
Panchina Cantù
Domani sera, verso le 22:00, sapremo se Cantù potrà approdare o meno in finale scudetto o se dovrà correre a prenotare un aereo per Roma, destinazione Gara 7 al Pala Tiziano. Inutile dire che alla luce di quanto visto sino ad oggi nella serie ed in particolar modo in Gara 5, è più probabile che si verifichi la prima opzione a suggellare la supremazia più tattica che tecnica di un roster come quello canturino molto più abituato a respirare climi incandescenti rispetto a quello avversario.
Che la Lenovo, a dispetto di quanto abbia ancora dichiarato Andrea Trinchieri ieri sera a fine gara in sala stampa, fosse la favorita nella serie lo si sapeva ma che avrebbe condotto la serie in questo modo erano in pochi a sospettarlo, specie se il ragionamento partiva dalle tre gare disputate in stagione dalle due squadre prima di questa serie. Cinque gare tutto con lo stesso cliché: Cantù che scappa in avanti e Roma che la riprende e, in due casi su cinque, vince. Ma da tre gare a questa parte la Lenovo da corsa nel punteggio non si è fatta più riprendere se non per 4 minuti, a cavallo tra il 9° ed il 13° minuto di Gara 5 al Pala Tiziano, dopodicchè rimessasi in testa nulla è stato più facile per l’ACEA.
E partendo proprio da casa Roma, nessuno pensa ad ammainare bandiera ma la sconfitta, la terza di fila, giunta nelle modalità viste ha lasciato il segno nell’ambiente. Molta confusione in attacco, i soliti errori al tiro per forzature o per non aver disposto al meglio la preparazione allo stesso, difesa valida se non a tratti con le solite amnesie dall’arco punite da Cantù e, cosa forse peggiore, l’incapacità di saper sfruttare i cali dell’avversario nel migliore dei modi. Infine, un Datome in evidente difficoltà fisica che s’accredita al momento di un irreale 5/27 al tiro nelle ultime due partite, non facilità il buon umore. Ma se è vero come è vero che quest’anno l’ACEA ha espresso molto del suo meglio nei momenti più delicati e difficili della stagione proprio in trasferta (vedasi alla voce Gara 4 a Reggio Emilia, in svantaggio sull’1-2 nella serie), allora è semplice capire la fiducia che nutre l’ambiente virtussino nonostante queste percentuali al tiro del miglior realizzatore ed MVP del campionato. Ecco le dichiarazioni rilasciate da Marco Calvani oggi per presentare il match di domani:
“Abbiamo dimostrato tutto l’anno di saper giocare fuori casa, cogliendo spesso dei risultati a nostro favore. C’è la necessita che tutti siano pronti mentalmente nel confermare quella solidità difensiva ed offensiva che ci ha contraddistinto in questi dieci mesi”.
Sarà quindi una partita durante la quale la Virtus Roma vorrà dimostrare che non si è giunti per caso al terzo posto in classifica, poco ma sicuro, magari poi il campo dirà il contrario ma l’enunciato di partenza non sembra promettere una serata serena per la Lenovo. Perciò il play book della gara è già segnato almeno come livello d’intensità, l’unica curiosità sarà vedere se la zona di Calvani sarà perpetua o ad intermittenza ma, considerando che il livello del carburante incomincia ad avvicinarsi alla spia accesa che vuol dire riserva, è presumibile un’ACEA disposta a zona per parecchio tempo a patto di non consentire subito, proprio come in Gara 5, facili tiri da tre ad un certo Pietro Aradori, miglior marcatore della Lenovo in questa sfida con 16,2 p.ti a partita. Però se la Virtus al momento non può contare sull’apporto al 100% di Datome, potrà fare leva su di un Phil Goss Top scorer della serie, 17,4 p.ti nelle cinque sfide andate in scena e su di un Gani Lawal da 14,2 p.ti e su di un Bobby Jones miglior giocatore in assoluto in Gara 5.
Sulla sponda Lenovo invece l’euforia è palpabile. Aver eliminato Sassari nei quarti con lo sfavore del fattore campo e con una Gara 7 quasi perfetta, aveva già innalzato e di molto il livello di autostima ed ora, aver messo la sorpresa del campionato in una posizione di netta difficoltà, pone la banda Trinchieri in uno stato di grazia non comune. Ed il coach milanese lo sa bene, per questo ha provveduto intelligentemente a stemperare l’euforia dei suoi recitando ai quattro venti la novena preferita perchè la troppa euforia potrebbe risultare letale. In fin dei conti Roma non ha nulla da perdere e potrebbe sfoderare la prova perfetta a sua volta mentre adesso Cantù ha molto, parecchio da perdere.
Costruita per competere e per vincere in questa stagione con ottimi risultati iniziali (Supercoppa e barrage per l’Eurolega vinti), cercando di sfruttare il possibile anno a vuoto della Montepaschi (possibile…?), arrivare a Gara 6 con il match ball e non sfruttarlo sarebbe imperdonabile. Perciò bisogna rispettare l’ACEA, anche quest’ACEA domata nettamente a domicilio ma che potrebbe rispolverare orgoglio e voglia di stupire. Per questo motivo Trinchieri ha deciso di voler giostrare Joe Ragland in modo differente rispetto alla serie contro la Dinamo Sassari: meno playmakin’ e molto più realizzazione da lui contro Travis Diener, molto più playmakin’ e disponibilità al gioco di squadra contro l’ACEA specie dopo Gara 1 ed ecco da Gara 2 un Ragland molto più a servizio dei compagni. Eppoi la solidità di Brooks e la presenza di Tyus che sta surrogando un Cusin mai pervenuto o quasi, con i soliti Mazzarino e Leunen sempre pronti a colpire senza dimenticare Tabu in attesa che Mancinelli ritrovi se stesso.
Il pronostico della vigilia dice quindi Cantù ma occhio ad una Roma ferita e che non vuol andare via così dalla serie.
Arbitri: Begnis, Sahin e Giansanti
Si gioca: Pianella di Cucciago, ore 20:00 martedì 4 giugno 2013.
Fabrizio Noto/FRED