
Una foto dell’Under 20 impegnata agli Europei di Tallinn con Marco Laganà
E’ un ragazzo di Calabria, uno dei tanti che ha deciso e trovato la strada maestra del Grande Basket o se preferite della pallacanestro con la “P” maiuscola. E quando si associano le parole “pallacanestro” e “Calabria” è ineluttabile una terza parola e cioè “Reggio Calabria”, culla storica del basket di livello nella punta estrema del continente europeo che si staglia nel Mediterraneo.
Ventenne, convocato nella Nazionale Under 20 di Pino Sacripanti impegnata nell’Europeo di categoria, figlio di quel Lucio Laganà orgoglio del basket reggino per la prima volta in Lega nel lontano oramai 1983 con la storica Viola e di madre appassionata di basket, Marco si è fatto le ossa in riva allo stretto, vero ?
R. – Certo. Reggio è la città in cui sono nato e cresciuto. Mio papà ha giocato diversi anni in serie A e quando ha smesso di giocare, insieme alla mia mamma, ha messo su la LuMaKa, un centro mini&basket dove io sono cresciuto e che continua ancora oggi ad andare avanti con dei buonissimi risultati. L’under 14 è ora a Bormio a disputare i campionati nazionali di categoria, un risultato storico ottenuto per la prima volta nella sua storia.
D. – Arrivi poi a Biella. La Tua esperienza in Piemonte in una stagione sfortunata, sensazioni ed idee.
R. – L’esperienza a Biella è molto positiva nonostante l’annata generale sia culminata con la retrocessione dopo anni di A. Sono in Piemonte da tre anni e con grande felicità posso dire già da adesso che il prossimo anno al 99% sarò ancora un giocatore dell’Angelico. L’ambiente, sia all’interno della società che nella città in generale, è l’ideale per me. È un posto che vive di pallacanestro, dove ho la possibilità di poter crescere ancora e migliorare con la giusta pressione che deve avere un ragazzo.

Laganà vs il neo-acquisto dei Pistons, Gigi Datome
D. – Ora la Nazionale Under 20, un pensiero su come sta andando quest’avventura dopo la bella vittoria di oggi
R. – Stiamo andando bene. Purtroppo ad inizio partita con la Slovenia qualche giorno fa ho avuto un problema muscolare e sono stato costretto a saltare in sostanza 5 partite, ma con il preparatore atletico sto facendo il possibile per essere in campo venerdì per i quarti di finale.
D. – Un pensiero per il coach Sacripanti
R. – Il coach è bravissimo, come tutto lo staff. Ma tutte le persone che mi sono accanto in questa esperienza sono persone molto preparate a livello cestistico che svolgono il loro lavoro con grandissima competenza. Però se c’è un lato del suo carattere che mi piace di più riguarda il suo lato umano. È una persona con cui puoi parlare e dire cosa pensi, e questo credo sia una qualità importantissima che hanno in pochi.
D. – Con chi dividi la stanza? Tracciami un profilo anche umano, se puoi…
R. – Divido la stanza con Eric Lombardi. Con Eric ormai siamo come fratelli. Giochiamo insieme a biella e ci conosciamo da quando eravamo piccoli. È bravo, abbastanza matto e divertente. L’unica cosa è che non mi fa dormire la notte perchè fa battute, fa casino ma mi ci trovo benissimo assieme.

Marco in compagnia di Eric Lombardi a Biella
D. – Quale squadra credi sia la più forte dopo questa seconda fase? Grecia o Lettonia?
R. – Per adesso, abbiamo giocato solo contro la Lettonia ed abbiamo perso. Giocano una buona pallacanestro, ordinati, tutti pericolosissimi nel tiro da fuori. La Grecia, dato che è dall’altra parte del tabellone la conosco poco. Spero però di poterlo incontrare più avanti, magari in finale. Sarebbe un sogno.
D. – Propositi per il nuovo anno?
R. – Il prossimo anno, avrò una stagione molto importante sia a livello di squadra che personale. Di squadra perché dopo la retrocessione dobbiamo impegnarci tutti a ricreare quell’entusiasmo tra la gente che non è mai mancato, ma che magari, dato le numerose sconfitte dell’anno scorso, si sarà un po’ affievolito. Per quanto riguarda me, sarà importante perché dovrò confermare e dimostrare ancora quello che di buono posso fare.
In Bocca al Lupo al giovane Marco ed alla Nazionale Under 20.
Fabrizio Noto/FRED
Le foto sono state fornite dal profilo Facebook di Marco