Ci siamo. La nazionale che al posto del tricolore potrebbe stampare sulla maglia la tragica legge de “la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo”, va ad incominciare una prima fase inizialmente vista con ottimismo ed ora molto simile al dente del Cervino visto da sotto con l’occhio del pigro impiegato di città.
Non c’è che dire, la dea bendata si è davvero accanita sul nostro reparto lunghi, di suo non la tradizionale forza della nostra rappresentativa, almeno dopo l’abbandono di Meneghin. Se il ginocchio di Gallo è stato un crack conosciuto da tempo, la sequenza polmonite (Mago) – caviglia (Polonara) – polpaccio (Mancio) – Gonalgia (??? Gigli) ha del fantozziano. Inutile consolarsi con le assenze altrui, che pure ci sono: le nostre non toccano solo i 3/5 dello starting five (già, perché a casa c’è pure Hackett), ma hanno colpito quello che già è il nostro punto debole, la stazza, appunto.
In questo scempio, abbiamo chiesto a Luca Banchi e Flavio Portaluppi di contribuire alla preview della prima fase. Più serio il primo, da tecnico del giro nazionale ed amico di Pianigiani; più scanzonato il secondo, come gli può permettere l’ironica intelligenza che lo ha sempre contraddistinto, prima ancora del ruolo (teoricamente) più defilato.
Luca Banchi, cosa deve fare l’Italia per fronteggiare tutti questi infortuni?
Per noi deve essere l’europeo dell’incoscienza. L’ho detto anche a Simone (che infatti, intervistato, ha usato proprio questa espressione, n.d.r.): proviamo, con fantasia e senza limiti, sperimentiamo, e lasciali giocare come sanno, facendo quello che sanno fare. Tecnicamente si è già visto Vitali da 4, il lancio di Rosselli, corsa e tiro da tre, Melli da 5 come tra l’altro ha già fatto in passato contro Siena, poi dipenderà anche dai momenti all’interno delle singole partite.
Di sicuro, speriamo tutti che vadano avanti. Oltretutto, per Niccolò e per Alessandro (Gentile, n.d.r.) è una grandissima esperienza internazionale, che può far loro solo bene.
Lupo, aspettiamo “i milanesi” tra una settimana, o ti sei attivato per chiamare qualcun altro in nazionale?
Beh, certo, egoisticamente… E poi, senza Mancio, si rischia davvero di vederli presto! Però rappresentano il movimento, è importante che restino là il più possibile. Certo che trovare un 4 superstite non convocato in nazionale non è mica facile…
Coach, allora, la Russia con gli assenti è alla nostra portata?
Le loro assenze pesano, anche se non come le nostre (mancano Kirilenko, Khryapa, Kaun, Mozgov e Fridzon); ma hanno sempre un livello ottimo, ed Alexey Shved è di un altro livello, non solo perché gioca nei Minnesota Timberwolves. Però noi abbiamo più cuore, loro tradizionalmente si disuniscono nelle difficoltà mentre noi ci compattiamo: ce la possiamo giocare.
Ancora a Banchi: si decide tutto alla prima, appunto coi russi, o possiamo correre anche su Turchia e Grecia?
Turchia e Grecia fanno paura. Quando vedi i nomi…C’è peso, atleticità, esperienza internazionale, sembrano infinite; sarà durissima, anche se non si sa mai, su una partita secca.

Flavio Portaluppi quando giocava
Lupo, la Turchia in una parola.
Intrigante. Li abbiamo battuti due volte nelle qualificazioni, ma ora faremo una gran fatica. Sono grossi e veloci, e difendere 40 minuti contro di loro diventa davvero difficile.
Ancora a Portaluppi: per aiutare l’Italia contro la Grecia, tra Trinchieri, Fotsis e Bouroussis chi chiudiamo in albergo?
Il Trinca! Non per togliere niente agli altri due, sono fortissimi e li conosciamo bene, ma Trinchieri…è un grande, riesce a migliorare il livello delle sue squadre, e qui già parte alto.
Coach, la Finlandia?
A mio avviso è da temere. Hanno un organico compatto, e quando giocano insieme nelle manifestazioni europee sono tremendamente motivati. Poi, se la Russia fa qualche passo falso, la partita con noi (sabato 7, n.d.r.) rischia di essere decisiva per passare il turno.
Lupo, con la Finlandia giocano ancora sia Ranniko che Mottola: ma tu cosa ci fai in borghese?
(ride…) Ranniko è un giocatore eccezionale. Non ha mai contato sul fisico, ma ha una grandissima visione di gioco ed una tecnica perfetta, per questo è ancora lì; per questo, e forse anche perché stiamo parlando di un movimento che poi non è così fertile. Poco da aggiungere, sia seriamente che scanzonatamente, a queste risposte.
Tatticamente con la Russia potremmo avere qualche vantaggio dal loro repentino cambio di allenatore poco prima di questi europei; ma se Cusin fa presto due-tre falli e Melli non entra in partita, sarei capace anch’io di dire “palla dentro e tirare da sotto”.
Il giorno dopo ci aspetta la Turchia, modellata da Boscia Tanjevic: prima di tutto alta, con Ilyasova, Asik, Erden, Gonlum… si tratta pur sempre dell’allenatore che non vuole giocatori che non lo costringono a guardare in alto per parlare con loro! Poi, un mix tra NBA ed Europa (e Boscia ha già polemizzato con il ritardo dell’arrivo degli “americani”…), e soprattutto tra esperti e giovani, e vedremo se questo non provocherà tensioni pericolose.
Segue un giorno di riposo, poi la Finlandia che potrebbe essere il visto per la seconda fase, se ci arriviamo con una V nelle prime due disputate, o la partita di consolazione in caso contrario. Sperando che comunque non ci tocchi una sorte vista con Israele agli scorsi europei, con Pianigiani furioso in un mitico timeout a prendere che almeno si faccia a cazzotti…
Domenica tocca alla Grecia. Anche se mancano Sua Maestà Diamantidis e quella volpe di Papaloukas, il resto è l’Olympiacos bi-campione d’Europa con timone a Spanoulis, e l’aggiunta degli “stranieri” come Zizis, Sloukas, Bouroussis, Papanikolaou e Fotsis: definirla una corazzata non sarà originale, ma rende perfettamente l’idea.
Infine, lunedì, la Svezia. Speriamo allenamento finale a qualificazione ottenuta, o comunque partita con voglia di chiudere bene pur a valigie già fatte…
Maurizio Zoppolato