PESARO – E’ il Barcellona a vincere il torneo Euro Hoop Series 2013 battendo in finale la Granarolo Bologna, al termine di una partita durata tre quarti e poi spaccatasi nell’ultimo sotto i colpi dei catalani. Nella finale per il 3°/4° posto Pesaro ha regalato una gioia ai suoi tifosi battendo il CSKA.
Nella finale di consolazione la Vuelle di Sandro Dell’Agnello conferma quanto di buono fatto vedere ieri con il Barcellona e vince, bene, contro il CSKA apparso, al contrario, ancora molto indietro. I marchigiani giocano una signora partita in attacco tirando con percentuali sontuose da tre punti (10/21), mettendo subito la freccia (26-17) alla fine del primo quarto e toccando anche il +20 (78-58 a 3′ dalla fine). Protagonista dell’avvio fulmineo dei padroni è Bernardo Musso, scatenato da dietro l’arco e che conterà già i suoi 11 punti totali di fine incontro all’intervallo lungo. Mosca ha ancora ingranaggi poco oliati, soprattutto in attacco, dove Weems non ha un avvio sprint come ieri, e allora ne risente tutta la squadra. Hines e Kaun non fanno valere quella che, sulla carta, dovrebbe essere la loro superiorità in area anche grazie ad un Anosike molto attivo (9 rimbalzi e 7 falli subiti) e così Pesaro mantiene il proprio vantaggio intorno alla doppia cifra, grazie anche alla capacità di guadagnarsi diversiviaggi in lunetta, 17 all’intervallo, 32 alla fine. 46-34 al 20°.
Al rientro in campo i russi stringono le maglie difensive, fino a quel punto decisamente troppo larghe, e i biancorossi ancora una volta devono rifugiarsi nel tiro da tre punti per muovere il punteggio. La squadra orfana anche oggi di Messina, comunque, non riesce a produrre il break necessario a tornare a contatto. Weems (16), finalmente, si mette in moto, ma all’appello mancano troppi compagni di squadra che ancora non sono in palla. In particolare il trio di mori Pargo-Jackson-Hines dà l’impressione di essere pienamente nella fase di “presa delle misure” a squadra e giochi, suppure Jackson non sia un nuovo arrivato. Dopo tre quarti Pesaro conserva 8 punti di vantaggio, ma il break che decide l’incontro arriva nell’ultimo quarto, anche con una piccola spinta arbitrale che nel momento migliore del CSKA, che con recuperi e contropiede sembrava aver trovato il bandolo della matassa. Su canestro e fallo di Turner, Weems si vede fischiare un fallo tecnico (il secondo per i russi in due giorni: e se in panchina ci fosse stato Messina sarebbe stato lo stesso?) che costa, nel complesso, sei punti a suoi e ricaccia indietro definitivamente i russi. Turner e Tourè, sempre col tiro pesante, la fanno da padrone nel finale con la Vuelle che alla fine prevale per 81-72. Come detto, ancora indicazioni molto positive per la Vuelle che mostra nuovamente un attacco molto produttivo (86 punti ieri, 81 oggi) e già discretamente fluido pur essendo solo a settembre. Sotto canestro Trasolini e Anosike magari non saranno i dominatori del campionato ma appaiono una coppia su cui fare discreto affidamento. Turner è un riferimento offensivo importante, Tourè ha sopreso in positivo, ma ci sono segnali molto incoraggianti, ancora, dal giovane Amici e da Musso. Insomma, le premesse per una stagione di riscatto sembrano esserci tutte.
Nella finale c’è partita per tre quarti, poi la Virtus cede di schianto e lascia campo a un Barcellona che ha davvero fatto paura, se si considera che si presentava senza Navarro, Lorbek, Nachbar, Papanikolau e Tomic. La squadra di Bechi ha di nuovo faticato tremendamente in difesa (111 punti concessi), ma, se non altro, ha messo in mostra un attacco ispirato, con Hardy (24) e Motum (18) a farla da padroni. Il tasso tecnico degli avversari è stato, però, veramente troppo e quando il ritmo si è alzato negli ultimi 10′ e le gambe dei bianconeri sono calate c’è stata poca storia. C’è stata, però, gara per 30′ buoni, con Bologna che partiva bene, con Gaddefors ispirato e i catalani che rispondevano con Abrines infallibile (24 punti alla fine). Sotto canestro King opponeva una fiera resistenza all’MVP del torneo Joey Dorsey (29 e 7 rimbalzi e 41 di valutazione), ma erano Pullen e Lampe, al primo giro di cambi, a dare il primo allungo Barça: 26-21 al 10°. La Virtus rispondeva prontamente con un paio di accelerazioni di Ware che ristabilivano la parità, e poi era un piacevole batti e ribatti, in una gara decisamente godibile. Hardy e Motum (6/7 da tre punti) da tre allungavano per la V, Dorsey con le sue schiacciate devastanti (e che obbligavano a un time out tecnico per verificare l’integrità dei ferri) e un miracolo da otto metri in terzo tempo di Huertas ricucivano prontamente. Fa tempo a mettersi in mostra anche il gettonaro Petrovic nei bolognesi che a metà impattano a quota 49.
Il terzo quarto va a strappi. Il primo lo dà il Barcellona andando sul 60-54. Bologna risponde ancora con Petrovic e Walsh mettendo a referto un parziale di 10-2, uguale a quello con cui gli spagnoli rispondono prontamente. Alla fine di tutto ciò sono i blaugrana (oggi in tenuta giallorossa) avanti 72-66. La partita continua ad essere piacevole e, anzi, si alza anche il volume con qualche colpo proibito in campo. Hardy ha una fiammata che riavvicina la Granarolo, ma Dorsey nel pitturato e Oleson, in ombra a lungo, da dietro l’arco tengono gli uomini di Pascual avanti 83-77 al terzo riposo. Qui, praticamente, finisce la partita. Il Barcellona alza il ritmo e la Virtus crolla fisicamente, per dirla in breve. In attacco i bianconeri non trovano spazio e finiscono per prendere tiri forzati che aprono le transizioni dei catalani che, quando devono attaccare a difesa schierata si affidano al solito devastante Dorsey e a un Abrines cecchino semi infallibile. A 5′ dalla fine la contesa è sostanzialmente chiusa e si chiuderà sul 111-92. Bologna torna a casa comunque con indicazioni positive, ma anche con le certezza che la difesa è un problema su cui non si può sorvolare.
Nicolò Fiumi