Può darsi che nell’entrare nel palazzo dello sport della Pace e dell’Amicizia ieri sera abbia sbagliato spogliatoio. Quattro anni di Olympiacos, incluse due Euroleghe ed uno scudetto strappato al dominio pluriennale dei “verdi”, non si dimenticano facilmente.
I compagni o meglio gli ex compagni sono professionisti e lo sanno, a volte capita o può capitare di voler cambiare. Due di loro, Spanoulis e Perperoglou hanno addirittura fatto a suo tempo il “grande trapasso” ossia attraversato la città da Kifissia al Pireo per lasciare il Panathinaikos e cercare nuovi stimoli “dall’altra parte”.
Sinceri quindi gli abbracci prima e dopo la partita con il “Papa” in canotta giallo canarino del Barca.
Allo stesso modo sinceri anche i fischi dei tifosi del Gate 7, che non hanno capito la scelta estiva di Papanikolaou e hanno invece davanti agli occhi Spanoulis, che il Barcellona ad agosto lo ha rifiutato per restare ad Atene.
Il Barcellona alla fine ha vinto la partita e poco importa che Kostas non sia stato protagonista come Navarro o Oleson. Probabilmente la sua notte la voleva e l’ha sognata così, da vincitore ma non da carnefice.
Parlavo del Gate 7, il simbolo della tifoseria dell’Olympiacos, molti mi han chiesto il perchè di questo nome e cosa simboleggi.
Ne approfitto per parlarne brevemente, visto che tra pochi giorni saranno passati 33 anni da quella orribile domenica di febbraio.
L’ otto di febbraio del 1981 è una domenica come tante altre in una Atene illuminata da un sole già primaverile.
E’ una domenica di festa, al vecchio stadio ” Karaiskakis” nel pomeriggio va in scena un derby calcistico tra Olympiacos e Aek che vale quasi uno scudetto, essendo le due squadre divise da appena due punti in vetta alla classifica.
Lo stadio, il vecchio e glorioso stadio, è stracolmo ma le due tifoserie sono tranquillamente a contatto fra di loro: a quell’epoca non esisteva infatti l’ astio fra supporters che invece infetta lo sport ellenico adesso.
La partita finisce 6-0 per i biancorossi padroni di casa e scoppia il delirio, i tifosi del settore 7 dello stadio, chiamato appunto Gate 7 , al fischio finale vogliono correre ad abbracciare i loro beniamini ma per farlo devono attraversare parte dello stadio ed arrivare al settore 1.
Un cancello chiuso o socchiuso provoca la tragedia: la prima ondata di tifosi si blocca improvvisamente e cadendo travolge quelli dietro scaraventandoli per terra come tasselli di un tragico domino.
Nella calca muoiono 21 persone, il più giovane di 14 anni ed il più anziano di 40: sono tifosi di entrambe le squadre purtroppo accomunati dallo stesso tremendo destino.
Lo stadio è stato rimodernato per le Olimpiadi del 2004 ma all’entrata c’è un monumento che ricorda quel giorno maledetto mentre nell’attuale settore 7, il Gate 7 ci sono 21 poltroncine dipinte di nero in ricordo delle vittime.
Alessio Teresi