Amatissimo dai suoi tifosi e odiatissimo invece da quelli delle squadre avversarie. Queste due righe riassumono o forse hanno la presunzione di voler riassumere cosa è stato Sarunas Jasikevicius per il basket.
Sedici anni di poesia cestistica autentica sul parquet, una intelligenza fuori dal comune e quella innata capacità di saper fare sempre la cosa giusta al momento giusto.
E’stato il “Golden Boy” della pallacanestro europea, baciato dalla fortuna che gli ha regalato una classe cristallina che pochi hanno avuto l’onore di condividere con lui. Ha vinto tutto quella che c’era da vincere con quasi tutte le maglie che ha indossato.
Autentico idolo in quel Maccabi che portò ben due volte sul trono d’Europa, delfino prezioso di Obradovic e Diamantidis al Panathinaikos con cui vinse tre scudetti, tre coppe di Grecia ed una Eurolega. Vincente anche in una piazza complicata come Barcellona, non abbastanza decisivo invece al di là dell’oceano, dove ebbero il demerito di non capire fino in fondo chi avessero di fronte.
Saras lascia a 38 anni per andare a fare l’assistant coach del suo Zalgiris, per imparare, proprio lui che in campo per tanti anni ha insegnato.
Non mi stupirei di ritrovarlo fra qualche a dirigere in panchina qualche grosso club di Eurolega perchè nè ha sicuramente le capacità, lui che per tanti anni l’allenatore lo ha fatto sul parquet.
Buona fortuna Golden Boy, ci mancherai, e grazie di tutto.
Alessio Teresi