Che fosse un momento difficile in casa JuveCaserta era la classifica a sottolinearlo. Quello che però stava a preoccupare, seppure le sconfitte, Brindisi a parte, sono arrivate contro formazioni non certo di primissima fascia, era la totale carenza di gioco, perchè quando Young non inventa e finalizza, si arriva troppo spesso a 24″ senza aver creato qualcosa di significativo. La gara con Cremona è un crocevia della stagione, o quanto meno risulta significativa per tirare le fila su questo gruppo, che con questa quinta gara, la terza in casa, dovrà dare una risposta certa al suo pubblico, al suo staff e ritrovarsi. Perchè, come è giusto sottolineare dalle dichiarazioni sia di Molin che del gm Atripaldi della vigilia, questa squadra si trova ad affrontare una situazione non preventivabile, con infortuni proprio a due settimane del campionato, con la perdita di un giocatore fondamentale come Vitali, non soltanto dal punto di vista tecnico, ma anche e soprattutto in fatto di leadership.
L’assenza di Michele, che non celebrerà la sfida contro il fratello Luca, anche lui da poco rientrato in cabina di regia Vanoli dopo un periodo di stop, non è però una scusante che deve parare la caduta di una squadra che ha parecchi deficit, prima di tutto in cabina di regia, dove Moore arriva spesso a fine azione senza poter riuscire a fare altro che forzare una conclusione che non è nelle sue corde: fin quando così ci si può soprassedere, ma leggere nelle sue statistiche tanti assist (a volte anche numerosi per le sue impeccabili letture dal pick and roll) associati ad altrettante palle perse (vuoi per una forzatura, un dietro la schiena forzato o la necessità di aprire il campo in velocità) non è un risultato da quello che si vedeva con l’ex play Usa bianconero, il bistrattato Hannah.
I problemi della Juve – come ha chiosato coach Molin – non possono ridursi al giocare male o in attacco in difesa, perchè se pretendo dai miei sacrificio e dedizione nel proteggere il nostro canestro, spesso e volentieri abbiamo perso le gare perchè nel momento decisivo andiamo in confusione e forziamo qualche conclusione di troppo. E qui il discorso si allarga anche agli altri giocatori che non han reso come si dovrebbe. Gaines, che era stato preso per partire dalla panchina affinchè fosse preservato da quel duro impatto che spetta ai rookie, ritrovatosi in starting five non ha risposto nè con le percentuali di tiro nè con quell’impatto che aveva dimostrato in precampionato. Dietro di lui, poi, un Tommasini che non giocava da febbraio, in crescita ma non pronto al 100%, nonchè un Mordente a cui non si può chiedere sempre di portare la croce, non sono quelle garanzie che vorresti avere.
Si era fatto notare da più parti il problema ali/pivot, ma qui il discorso si allargherebbe troppo. Young ha dimostrato di essere un campione, ma non bastano i suoi 25 punti di media a testimoniare l’impegno. Se è l’unico faro della formazione bianconera, di certo la sua luce dovrebbe provare ad illuminare anche e soprattutto i compagni, nonchè farsi sentire in difesa, la dote che gli è sempre stata riconosciuta in carriera. Non che gli si voglia trovare colpe, ma assistere ad attacchi 1 vs 5 è qualcosa che poco ha a che fare con il basket. Detto dell’ex Pacers, e salvando Michelori, sempre più eroico e per cui sono finiti gli aggettivi, Scott è diventato un fantasma, che gioca anche 30′ minuti senza mai incedere, senza prendersi i suoi tiri. Howell, tanto criticato, almeno il suo lo fa, potrebbe essere più tosto in difesa, ma la sua crescita nelle ultime gare è innegabile.
Dunque Cremona è più di un test attendibile, contro una squadra che ha un pacchetto di esterni temibile, un centro dominante come Cusin, ma soprattutto la possibilità di avere, con l’eccezione di Hayes e Jazz Ferguson, un pacchetto giocatori che possono indifferente giocare dalla posizione di numero 3 a 5, con Campani ago della bilancia. Sicuramente interessare vedere come si comporterà Young contro Clark e Bell che, se per talento ed esperienza possono solo imparare dall’ex Pacers, per centimetri e costituzione fisica ben possono accoppiarsi in difesa. E quei 20 punti del precampionato sono solo un mero ricordo.
Non importa il gioco, con le buone o con le cattive vogliamo portare a casa domenica il risultato, schiodarci da quello zero in classifica e ritrovare coesione ed amalgama Sono le parole significative di Molin a chiusura della conferenza stampa pregara, contro una Vanoli che non è mai uscita col referto rosa dal Palamaggiò nella sua storia, ma che proverà a chidere strada a una squadra in difficoltà ma ancor di più in crisi di identità.
Si gioca al: Palamaggiò di Castel Morrone (CE), domenica 9/11 ore 18.15