Va ai padroni di casa la sfida di Trento, dove la Dolomiti Energia si impone sull’Acea Roma per 82-68. Un punteggio finale sicuramente eccessivo per i capitolini, che controllano una sfida brutta e con tanti errori per quasi tre quarti per poi cedere di schianto nel finale. La Virtus regge finché la assistono le percentuali da fuori, poi nel quarto periodo sbatte contro la pressione difensiva dei padroni di casa guidata da uno strepitoso Spanghero. Il resto lo fanno i problemi di falli di Ebi, che lasciano a lungo in campo i dannosi De Zeeuw e Vukona, con Pascolo bravo ad approfittarne nei pochi minuti concessigli dalle sue condizioni fisiche. La contemporanea sconfitta di Sassari avvicina sempre più Trento al quarto posto, Roma vede i playoff più lontani
3250 spettatori al PalaTrento, con la Virtus a partire più forte e precisa in attacco, issandosi subito sul 4-13 dopo quattro minuti. Non può essere che Mitchell a suonare la carica con tripla ed assist, lanciando un controparziale che riporta in equilibrio il punteggio sul 13-15. Roma però fa ottima guardia in difesa, anche dopo che Dalmonte è costretto a togliere Ebi e Freeman con due falli, nemmeno l’ingresso di Pascolo scuote i padroni di casa puniti sulla sirena dalla solita invenzione di Stipcevic per il 15-21.
Si vede Vukona ad inizio secondo quarto, l’impatto non è dei migliori per usare un eufemismo. Non è comunque solo colpa del neozelandese se si inceppa l’attacco capitolino, con Freeman e compagni a scheggiare i ferri da fuori. Curry trova i primi punti dopo 4 minuti, nel frattempo Spanghero e Mitchell avevano già confezionato il sorpasso a 24-23. Partita che avanza a strappi e decisamente spezzettata, sugli scudi sale Ejim ad annullare i tentativi di allungo trentini con Sandri che fa 29-32 da tre. Il simbolo della confusione in campo è il tecnico fischiato ad un Buscaglia infuriato con il tavolo lento a conteggiare i due punti che Forray si procura rubando palla sulla rimessa avversaria. Roma mantiene comunque un minimo vantaggio, all’intervallo è 34-37.
Rientro in campo da incubo per Trento, con due perse e due triple di Freeman e Stipcevic a scavare il primo solco significativo sul 34-45. Dopo la fiammata la Virtus si spegne ma i padroni di casa non sembrano proprio trovare ritmo in attacco, venendo rispediti a 40-50 a metà parziale da un’altra tripla del croato. Quando la Virtus, ancora a +10 a due minuti dalla fine parziale, sembra poter addormentare la partita arriva però la scossa improvvisa. Sono Owens e Grant a riportare sotto Trento, due recuperi e tre schiacciate consecutive che significano 50-54.
Inerzia cambiata, arriva subito l’aggancio a quota 56 firmato Grant, con due giocate di energia dei padroni di casa e PalaTrento che alza il volume. Roma va anche presto in bonus, una costante della serata, e sembra inerme in attacco di fronte ad un pressing che costa perse in serie. Pascolo fa 63-58 dalla lunetta ma Trento non azzanna una preda comunque in confusione, è sempre Dada però a firmare il +7 in contropiede per il 71-64 a tre minuti dalla fine. La parola fine la mette una tripla di Spanghero dopo l’ennesimo errore Acea, finisce 82-68.
Sala Stampa
Maurizio Buscaglia
La partita era un po’ nelle loro righe, riuscivano a muovere molto la palla ed attaccarci sistematicamente anche in maniera molto profonda, ma siamo riusciti a rimanere incollati. Il problema non era il punteggio basso, che era anche una nostra scelta, ma il fatto che fosse una partita più vicina alle loro corde. Controbreakkare in tre minuti chiaramente non lo puoi fare, ma poi nel 19-8 finale abbiamo raccolto quanto costruito nella prima parte. Lì è girata la partita, abbiamo alzato l’intensità difensiva e trovato quello che ci serviva: andare a canestro, prendere i falli, costringerli a difendere di più.
Roma era stata bravissima nel gameplan, magari sembrava corressero di più ma semplicemente facevano muovere meglio la palla, l’attacco. Potevamo prendere dei break, invece siamo rimasti incollati. Devo fare i complimenti a loro, ci hanno messi in difficoltà come sapevamo. Spanghero? E’ stato bravo, sia nel finale che precedentemente. Lo era stato anche prima, magari faceva più fatica a trovare il tiro ed essere incisivo in pochi minuti. Per fare il break negli ultimi minuti serve forza tecnica, mentale e fisica.
Mitchell? Ha giocato pochi minuti ma sono scelte che si fanno, mi serviva tatticamente che Sanders fosse la prima opzione offensiva, il doppio play e aprire gli spazi per Pascolo.
Lorenzo D’Ercole
Per noi è stata una partita estremamente negativa: non si può pensare di vincere in trasferta perdendo 24 palloni e concedendo così tanti rimbalzi offensivi. Si era detto di controllare a rimbalzo e di limitare le palle perse, non abbiamo fatto. Peccato, perché siamo rimasti in partita quasi fino alla fine per poi crollare in un quarto periodo totalmente insufficiente.
I risultati di oggi non ci aiutano, siamo un po’ con le spalle al muro, dobbiamo vincere le ultime due partite e sperare nei risultati.
Luca Dalmonte
Fuori casa diventa impossibile vincere se hai 24 palle perse, un compendio tiri liberi 26-7 e hai 9 punti dalla panchina. Significa che hai perso la battaglia dei numeri a livello di possessi, non sei stato sufficientemente aggressivo andandoti a prendere i tiri liberi.
Sul discorso tiri liberi, falli fatti e subiti voglio dare una spiegazione solo tecnica quindi mi fermo qui, voglio parlare solo di pallacanestro.
Per vincere una trasferta decisiva nella nostra rincorsa ormai disperata serve il contributo di tutti. Non è però il contributo della panchina che voglio sottolineare, anche chi è partito non è esente. Se manchi le tre condizioni citate è difficile fare altre analisi che siano inerenti nel modo giusto alla partita. Abbiamo subito l’energia di Trento, tra le palle perse, i rimbalzi in attacco decisivi negli strappi o negli allunghi loro.
DOLOMITI ENERGIA TRENTO – ACEA ROMA 82-68
Parziali: 15-21; 19-16; 17-17; 31-14
MVP: due volte decisivo Marco Spanghero. Impiega qualche minuto a prendere le misure poi è tra i protagonisti del pressing che manda fuori giri l’attacco Acea, poi si rende decisivo anche in attacco. Nel parziale finale che regala alla vittoria i padroni di casa segna 15 dei suoi 20 punti, con 6/6 al tiro e 5 falli subiti.
WVP: esordio disastroso per Mika Vukona, apparso totalmente spaesato e nemmeno in grado di sfruttare i propri punti di forza. 9 minuti da incubo con 4 falli fatti e 2 perse, di cui una con rugbistica partenza palla in mano a suscitare ironie forse un po’ banali data la sua provenienza neozelandese.
Lorenzo Peretti