Roma, 9 maggio 2015 – Roma vs Cantù, ovverossia per due anni di fila sfide al calor bianco nei Playoffs nelle ultime due stagioni. Domenica invece ci sarà futuro solo per Cantù, Post Season assicurata per l’Acqua Vitasnella di Pino Sacripanti e di Ron Artest alias Metta World Peace, bisogna solo vedere in quale posizione se la settima o l’ottava, orecchio teso perciò a Trento dove Bologna proverà a superare la rivelazione Energia Dolomiti dopo aver eliminato dalla corsa Playoffs proprio la Virtus Roma domenica scorsa all’Unipol Arena. Roma quindi senza Playoffs dopo due anni esaltanti e nonostante l’Urbe ci abbia provato (eccome), ad arrivarci con una bella rincorsa iniziata quasi due mesi fa per cercare di porre rimedio ad un girone d’andata e prime gare del girone di ritorno deficitarie. Umori quindi nettamente contrastanti tra due squadre che domenica ribadiranno un lungo legame di stima reciproca tra le rispettive tifoserie, attesa logicamente rivolta all’ex-Lakers Metta World Peace in un Pala Tiziano che non si segnala ribollente di passione bensì di curiosità per l’ala canturina ma anche per salutare un team che quest’anno ha comunque regalato momenti di vero, bel basket.
ACEA Virtus Roma
In molti ci han sperato in questi Playoffs, in molti addirittura ci avevano anche scommesso simpaticamente la propria credibilità cestistica dopo il +22 rifilato a Brindisi al Pala Tiziano, la realtà come sempre capita invece ha riportato tutti con i piedi per terra ed il KO di Bologna di 6 giorni fa ha fatto male ma non è giunto inaspettato, specie se si era assistito alla brutta prestazione di Trento di 14 giorni fa.
Domani si chiude perciò la stagione 2014-15 della Virtus Roma più pazza di sempre, costruita in estate con una logica specifica e rispondente al massimo se calata nella competizione europea, quasi completamente deficitaria in Italia con amensie, tumulti interiori e tremori esteriori che le han consentito di perdere un Playoff a parere di chi vi scrive assolutamente alla propria portata. Come non ricordare infatti le 3 sconfitte su 4 subite nei doppi scontri contro le cenerentole del campionato Pesaro e Caserta in modalità certamente rivedibile?
I rimpianti adesso contano poco, conta invece chiudere domenica con dignità ed a testa alta buttandosi alle spalle la mestizia per il mancato traguardo, cercando comunque di salutare il proprio, appassionato pubblico in modo consono offrendo il solito livello d’impegno e di grinta che, ahimè, non sempre è stato accompagnato in terra italica alla freddezza ed alla lucidità d’esecuzione per portare a casa quel macinato che oggi avrebbe fatto tanto comodo alla causa.
E’ certo quindi che le motivazioni dei padroni di casa non potranno essere al top, se poi a questo fattore si aggiunge la notizia di ieri delle non eccellenti condizioni fisiche di Maxim De Zeeuw e Ramel Curry che potrebbero non essere della gara, è facile attendersi una gara da parte dell’Urbe senza pensieri, volta solo ai buoni propositi che potrebbero scomparire qualora Cantù alzasse sin da subito la voce nell’approccio al match.
Ma ci saranno applausi comunque per tutti, da un incredibile quanto inesauribile Rok Stipcevic a Capitan Lollo D’Ercole, con il primo a fiammeggiare e dipingere basket con numeri anche di altissimo contenuto e con il secondo che ha sempre, costantemente dato il suo contributo alla causa in modo concreto ed onesto, senza fronzoli. Anche per Daniele Sandri, partito molto bene si è poi spento progressivamente a causa di alcuni fastidi che han minato la serenità ed il rendimento, l’ex-Torino ha fatto vedere che comunque su di lui si potrebba anche contare un giorno.
Come anche gli ultimi arrivati, dal silenzioso ed alterno Austin Freeman all’uragano di Londra Ndudi Ebi, capace di sciorinare partite di altissimo contenuto tecnico-tattico sino a Ramel Curry, con quest’ultimo che purtroppo ha toppato solo a gara di Trento da quando è giunto in marzo a provare a dare il suo contributo, ma che nel frattempo ha fatto vedere come un giocatore di classe possa incidere anche singolarmente in uno sport così smaccatamente di squadra come il basket, nonostante si pensi il contrario.
Eppoi applausi anche per la strana tripla di rookies, e cioè Melvin Ejim e Maxim De Zeeuw più Jordan Morgan. L’ala canadese di colore dopo gennaio è riuscito a trovare un rendimento anche offensivo, oltre quello difensivo, di spessore riuscendo a dimostrare un enorme potenziale ancora tutto da tirar fuori ora che ha capito come si gioca in Europa. L’altra ala forte, l’ex-MVP del campionato belga rookie per il nostro campionato, è invece partito bene per chiudere un pò in sordina, anche lui ha fatto intravedere numeri interessanti, un pò meno l’ex-centro di Michigan University. Molta buona volontà da parte sua, buon carattere, buona predispozione al sacrificio ma anche tanta incostanza per Jordan Morgan, definitivamente accantonato poi da Ebi a suon di belle prestazioni.
E pioveranno applausi anche per Bobby Jones, la sua mano è ancora fasciata ma il suo spirito è stato forte, fortissimo quest’anno e la sua capacità di trasmettere la sua esperienza al resto del gruppo si è vista in maneria impressionante. Peccato per l’infortunio a Milano un mese fa circa, chissà con lui al 100% cosa ne sarebbe stato delle due gare di Trento e Bologna. E ce ne saranno anche per l’UFO neozelandese, quel Mika Vukona che debutterà al Pala Tiziano chiudendo al tempo stesso la sua stagione in maglia Virtus, la determinazione c’era, peccato per lui che il nostro campionato nonostante sia ormai un pò calato nel tasso tecnico generale abbia comunque evidenziato i suoi limiti. Applausi infine anche per Kyle Gibson, sfortunato shooter che ha dovuto issare bandiera bianca a causa di un malanno fisico, anche lui abbastanza alterno ma almeno un cuore ed una voglia di darci dentro notevole.
E come dimenticare Luca Dalmonte e lo staff tecnico tutto? Un lavoro notevole, impressionante quasi per come abbia proprio tessuto le trame dei suoi ragazzi obbligandoli ad una difesa feroce, con il poco talento offensivo in partenza si deve fare squadra e soprattutto limitare i danni, facile no? Ha ritrovato il gusto di allenare dopo l’annata scorsa passata a gestire le diatribe e le bizze di assi schizzinosi, la sua impronta la si è potuta ammirare più di una volta lasciando spesso anche sotto i 7o punti squadre con attacchi importanti, spiace tanto per lui questo Playoff mancato, lui se lo sarebbe meritato per la convinzione con cui ci ha creduto.
Infine, come al solito, le parole di Luca Dalmonte a presentare il suo ultimo match della stagione
«Si può vincere o perdere una partita, non si possono perdere rispetto, onore e senso professionale; il rispetto per chiunque è esterno a noi, per la nostra maglia e di conseguenza per noi stessi, l’onore che risiede in ogni nostro singolo nome e cognome e il senso professionale che è alla base di ogni gesto tecnico. E’ per questo che quella contro Cantù è una partita dal valore ininfluente per la nostra stagione, ma che ha un significato morale certo e va affrontata con senso di responsabilità».
Acqua Vitasnella Cantù
La classifica separa Cantù da Roma di due punti, pochi in effetti. Potrebbero essere quattro se i biancoazzurri porteranno a casa la vittoria domenica sera, ed in effetti son due squadre che han condiviso molto in questa stagione.
Un campionato fatto più di bassi che di alti, un’Eurocup discreta per Cantù ma esaltante per Roma ed un Playoffs strappato all’ultimo respiro, senza neanche potersi rendere conto di concedersi una pausa. Ma mentre Roma lasciava per strada punti preziosi in campi non all’epoca complessi, Cantù si faceva invece rispettare nonostante i suoi disequilibri tecnici.
C’è voluto un grande lavoro di Pino Sacripanti nel mettere assieme un mosaico che, nessuno s’offenda, appariva con delle crepe già dalle prime gare in stagione. Un roster molto stelle&strisce, apparso molto atletico, molto fisico, molto Yankee ma poco, poco lucido ed equlibrato. Un playmaker non certamente tale al 100% come Johnson-Odom costretto a fare da play; un Damien Hollis, reduce da una buona stagione a Biella in A2 Gold, costretto ad un gioco poco avvezzo alle sue caratteristiche tecniche al momento non eccelse e quindi poi tagliato; un James Feldeine ottimo ma a sprazzi; un Eric Williams sì tirato a lucido ma non più frizzante come ai tempi belli, ed un DeQuan Jones molto, troppo umorale, incostante, capace di grandi serate come di pessime scelte al tiro nei momenti topici. Unico sorriso Stefano Gentile, anche se con discrete pause pure per lui ed il croato Ivan Buva, cresciuto molto anche dal perimetro assieme all’esprienza di Capitan Awudu Abass, un anno di transizione per lui ma si capisce che questo ragazzo ha delle qualità, come lo sfortunato Marco Laganà. Il ragazzo calabrese figlio d’arte è stato veramente sfortunato, ancora un intervento al suo ginocchio malandato, peccato per lui.
In un contesto del genere, probabilmente a sancire un pò di “scotto del noviziato” da parte del GM Della Fiori, buona l’idea di “riscattarsi” da parte sua riprendendo Georgi Shermaidini pur se non è apparso così presente a se stesso come nel suo recente passato e soprattutto lui, l’Amico dei Panda, il Lakers più cazzuto degli ultimi tempi Kobe Bryant a parte. In pochi a credere che Metta World Peace avrebbe potuto avere ancora da dire qualcosa, eccolo lì invece a smentire tutto e tutti, ad oggi ad un passo ad essere la principale bocca da fuoco della squadra assieme a Darius Johnson-Odom.
Certamente, Cantù non fa impazzire per la sua capacità “spursiana” di passarsi la palla ma almeno adesso gioca meglio di squadra, si è compattata assieme al suo splendido pubblico e ci crede, eccome, a fare qualcosa d’importante in questo Playoff.
Ecco infine le parole di Pino Sacripanti a presentazione del match:
Siamo padroni del nostro destino ed è chiaro che non vogliamo assolutamente sprecare questa opportunità. Dobbiamo vincere, è ovvio. Fino a questo momento in trasferta abbiamo incontrato delle difficoltà anche perché abbiamo perso per un soffio due partite a Brindisi e a Pistoia mentre a Reggio Emilia e a Venezia dopo una buona partenza siamo nettamente calati. Dovremo essere bravi a Roma sia ad iniziare il match con il giusto approccio sia a gestire i break negativi e pure un po’ di tensione che sicuramente grava più sulle nostre spalle che su quelle dell’Acea.
La Virtus è un squadra ben allenata e molto solida e dura. Non a caso nell’ultima partita in casa i capitolini hanno travolto l’Enel chiudendo il primo quarto sul 23 a 7. Roma è una formazione che ha forzatamente cambiato molto nel corso dell’anno e che ha giocatori che, pur non potendo più arrivare ai playoff, vorranno finire la stagione nel migliore dei modi.
Voglio vincere contro l’Acea e sto cercando di trasmettere questa convinzione alla mia squadra. E’ una partita ostica contro una formazione che giocherà senza pressione. Ci attendiamo tanta zona su cui abbiamo lavorato in settimana. Sicuramente la Virtus ha una notevole solidità difensiva.
Precedenti: una sfida lunga 90 gare quella tra Roma e Cantù. Nella Capitale la Virtus può vantare ben 30 W su 44 gare, globalmente comanda per 49-41. Brianzoli quindi a caccia della potenziale 15^ vittoria nel Lazio domani.
Arbitri: Begnis-Baldini-Morelli
Si gioca: Pala Tiziano in Roma, domenica 10 maggio ore 17:30
Fabrizio Noto/FRED