Cominciamo oggi, a cinque giorni dall’inizio di Eurobasket, il nostro viaggio per conoscere, girone per girone, tutte le squadra che si sfideranno per il trono Europeo.
N.B: Buona parte dei roster non è definitiva poichè ancora non sono state comunicate le liste ufficiali dagli allenatori. I link verranno via via aggiornati con la comunicazione delle rose definitive.
GIRONE A (Montpellier, Francia)
BOSNIA HERZEGOVINA
Arrivano penalizzati dalle assenze: Nurkic, Teletovic e Djedovic. Obiettivamente non sembrano poter puntare a granché e anche alcune pesantissime sconfitte nelle amichevoli di preparazione ne sono testimonianza (-30 con la Russia e -39 con la Grecia). Dusko Ivanovic, però, ha imposto una preparazione lunga e scrupolosa e non vuole sentire scuse: si andrà per fare il massimo possibile, in un gruppo che, dietro alla Francia, appare molto incerto. Il giocatore su cui puntare è il centro, neo acquisto dell’Alba di Berlino, Elmedin Kikanovic, che dovrà raccogliere la pesante eredità di Jusuf Nurkic in mezzo all’area. Alex Renfroe è il playmaker naturalizzato che comanderà la squadra e si alternerà con la vecchia conoscenza del campionato italiano Nemanja Gordic. Occhio all’ala Marko Sutalo, giocatore discontinuo ma che può accendersi con fiammate interessanti, oltre ai nomi più conosciuti come Miro Todic, Edin Bavcic , Andrjia Stipanovic o Muhamad Pasalic. Menzione anche per il giovane Nedim Buza, protagonista assoluto agli europei Under 20 di quest’estate e rappresentante di una nuova generazione bosniaca che cresce sempre più promettente (vedi il titolo europeo Under 16).
FINLANDIA
Altra realtà in fortissima crescita che si appresta ad affrontare il suo terzo Europeo consecutivo, dopo un’assenza di 16 anni, a cui ha fatto seguito anche la prima apparizione di sempre ai Mondiali dello scorso anno. La selezione finnica, che sarà seguita dal solito muro di bellissimo e colorato pubblico, lamenta le perdite di pilastri come Hanno Mottola (ritiro per lui), Teemu Rannikko e Kimmo Muurinen, ma, in compenso, ha un Petteri Koponen sempre più maturo e leader, e che in questa occasione avrà le spalle coperto dal naturalizzato Jamar Wilson, l’ultima stagione in Francia al Rouen. Al suo fianco dovrà fornire un rendimento importante Erik Murphy, da cui a sua volta si attendono miglioramenti dopo le stagioni passate in USA tra Chicago e la D-League. Dietro a loro, agli ordini di Henrik Dettmann, un trio di volti ormai noti in queste competizioni come Shawn Huff, Mikko Koivisto e Sasu Salin, che proveranno a spingere i “Susjengi” a un passaggio del turno che pare alla portata, per continuare a far crescere un movimento che, in ambito giovanile, è reduce dall’oro europeo B e dai quarti di finale nell’Under 16.
FRANCIA
Una nazionale che si commenta da sola, se si pensa che dal 2011 a oggi ha messo assieme un bronzo mondiale e un argento e un oro europeo. Volendo guardare il roster, solo per cominciare, il possibile quintetto titolare potrebbe essere Tony Parker, Nando De Colo, Nicolas Batum, Boris Diaw e Rudy Gobert. Con Evan Fournier, Mickael Gelabale, Florent Pietrus e Joffrey Lauvergne tra gli altri, a uscire dalla panchina. Facile intuire perché i Galletti siano considerati i favoriti, anche davanti alla Spagna e pur con l’assenza dell’ultimo secondo di Alexis Ajinça (sostituito da Jaiteh), alla vittoria finale, che li riconfermerebbe campioni. C’è di tutto e di più nel roster: la classe offensiva di giocatori come Parker, Diaw e Batum. La presenza fisica di Gobert. La duttilità di De Colo, la pericolosità offensiva di Fournier, l’atletismo dalla panchina di Gelabale e Pietrus. Da aggiungere anche il fatto che ormai questo sia un gruppo collaudato, di ragazzi che si conoscono e giocano a memoria, possono imporre una difesa dominante e, per di più, giocheranno la fase finale in casa. Il primo posto nel girone non dovrebbe essere neanche lontanamente in discussione e, in generale, l’approdo almeno alle semifinali dovrebbe essere quasi automatico (anche se il cammino in preparazione ha avuto un paio di inciampi inattesi). In tutto ciò, i Bleus di Collett si scontreranno forse per la prima volta con la pressione di essere i favoriti veri alla vittoria finale. La qualità e l’esperienza per non soccombere alle aspettative certamente non manca, ma mai dire mai.
ISRAELE
Squadra sempre presente a Eurobasket, ma che raramente si è tolta soddisfazioni, Israele anche quest’anno arriva con una selezione che non sembra avere il potenziale per potere fare miracoli, ma che potrebbe comunque essere una mina vagante pericolosa. Omri Casspi ritorna come leader indiscusso di una squadra che necessita come il pane di un riferimento offensivo credibile, e che comunque, almeno a livello di quintetto base, presenta individualità interessanti. Da Gal Mekel, playmaker che si può ritenere assolutamente adeguato per livelli europei medio-alti, al solito Lior Eliyahu tormentato da problemi fisici, passando per i due “colored” Shawn Dawson in guardia e D’Or Fischer a portare stazza interessante nel pitturato. Qui però iniziano i problemi. Manca una panchina all’altezza e certo le assenze di Pnini e Halperin non aiutano. Ohayon e Nissim nel reparto guardie potranno fornire cambi di buon livello, ma poi c’è il vuoto. In particolare dentro l’area, dove non ci sono alternative credibili ai 211 centimetri di Fischer. Come per le altre compagini vale il discorso di un girone non proibitivo, per cui è logico puntare al passaggio del turno, ma non aspettative gradi cose dai ragazzi di Erez Edelstein.
POLONIA
Eccola una squadra da non sottovalutare. La Polonia arriva con legittime ambizioni di ben figurare nella manifestazione continentale. Quinta partecipazione consecutiva agli europei, manca un piazzamento di rilievo che si cercherà quest’anno, con l’obiettivo dichiarato di raggiungere gli ottavi di finale e lì cercare il colpaccio per entrare nelle 8. I destini, ovviamente, passano per le solide mani di Marcin Gortat, reduce da una buona stagione NBA ma che deve rifarsi da un edizione 2013 di Eurobasket tutt’altro che positiva. Attorno al gigante dei Wizards, però, non c’è il vuoto, anzi. A partire da Adam Waczynski, che a 26 anni e con tanta esperienza europea, è il candidato perfetto per il ruolo di seconda punta del team polacco, mentre il classe ‘93 Mateusz Ponitka sarà chiamato alla consacrazione sul grande palcoscenico. Talento offensivo ma che sa farsi valere anche nella sua metà campo è un prospetto di alto livello che potrebbe essere l’arma in più per i suoi. Ma la forza della Polonia sta anche in un gruppo collaudato, che ha grandi specialisti nel tiro da fuori (uno su tutti Lukasz Koszarek), vede l’innesto da naturalizzato di AJ Slaughter e potrà accoppiare alla stazza di Gortat un cambio come Przemyslaw Karnowski, dall’Università di Gonzaga: 213 centimetri di stazza con mani decisamente educate e movimenti interessanti. Ci sono le assenze importanti di Lampe e Ignerski, ma una squadra che contemporaneamente può essere letale al tiro, senza però perdere la pericolosità interna offerta da Gortat, in competizioni del genere, non può essere presa sotto gamba.
RUSSIA
Disfunzionale per definizione. La Russia, prima di tutto, ha dovuto concentrarsi sul fatto di poter partecipare o meno alla competizione. Il 29 luglio, infatti, la FIBA aveva emesso una sentenza che la sospendeva da tutte le attività internazionali, per via di irregolarità legali. Solo l’intervento in extremis del Ministro dello Sport locale ha risolto l’empasse, congelando la decisione e permettendo al team di Pashutin di partecipare alla rassegna. Che non sta certo venendo preparata nel migliore dei modi. Lo stesso coach, infatti, ha subito l’ammutinamento della squadra dopo la decisione di tagliare dal roster Ponkrashov, Voronov e Vyaltsev. Decisione, a quel punto inevitabilmente, rivista, con il reintegro in squadra dei tre e una pace, molto apparente, ristabilita. A tutto questo mix aggiungete le assenze di Mozgov, Kaun, Karasev e Shved, solo in parte mitigate dal rientro di Andrey Vorontsevich e avete il quadro completo di una nazionale che si presenta senza un minimo di stabilità al via del campionato. Il genio e sregolatezza di Anton Ponkrashov in regia dovranno dare un po’ di brio alla manovra, Sergey Monya garantirà esperienza a un roster che ha dovuto inserire tanti giovani e che risentirà della presenza di giocatori che dovranno inventarsi realizzatori, senza esserlo nel loro club di appartenenza, per dare alla squadra quel minimo di pericolosità necessaria. Occhio al solito Fridzon e al giovane Mikhail Kulagin (interessante playmaker appena approdato al CSKA). La qualificazione agli ottavi dovrebbe essere alla portata, ma, per forza di cose, i russi sono tra i principali candidati al ruolo di delusa di lusso.
POSSIBILE CLASSIFICA FINALE
- FRANCIA
- POLONIA
- FINLANDIA
- RUSSIA
- ISRAELE
- BOSNIA HERZEGOVINA
Nicolò Fiumi