Missioni compiute. Italbasket non solo ha centrato la qualificazione aritmetica agli ottavi di finale, meritandosi ampiamente il viaggio da compiere a Lille, ma ha anche compiuto un passo importante di crescita verso le migliori squadre del continente. Un passaggio fondamentale per sopperire a quella disabitudine a un certo livello di pallacanestro di cui coach Simone Pianigiani parla da tempo.
La vittoria contro la Spagna sarebbe stata fine a se stessa se non fosse stata seguita da quella contro la Germania, arrivata al termine di un match completamente diverso rispetto a quello giocato martedì sera contro la squadra di Scariolo: a ritmi veloci quella con gli spagnoli, fisica, dura, spigolosa e piena di rebus difficili da risolvere quella con i tedeschi, che oltretutto contro gli azzurri si giocavano una buona fetta delle chances di proseguire il loro cammino nel torneo.
Bene, dunque. Anzi, benissimo: un plauso alla forza mentale (ancor prima che a quella fisica) di un’Italia sempre sul pezzo, pronta a sacrificarsi per raggiungere l’obiettivo. Cercate un’icona di questo sacrificio? Prendete Ale Gentile, che non ha esitato a compiere il quinto fallo della sua partita pur di mandare in lunetta Schröder quando eravamo sotto di un punto a una manciata di secondi dalla sirena finale dei tempi regolamentari. Una scelta vincente, visto l’1/2 del play tedesco che ha permesso poi a Gallinari di spedire il match al supplementare.
Sacrificio, dunque, ma anche consapevolezza. Come se l’Italia fosse per certi versi un rebus per la stessa.. Italia, incapace di capire la propria solidità nel corso del percorso compiuto prima dell’inizio dell’Europeo. E, forse, anche dopo le prime due gare di Eurobasket, quelle contro Turchia e Islanda.
Non tutto è risolto, anche perché il traguardo vero, quello che conta, deve essere ancora raggiunto. Eppure lo step in avanti è stato compiuto: vincere aiuta a vincere, lo ha ribadito il CT azzurro dicendosi convinto che dalla vittoria contro la Spagna i suoi giocatori hanno tratto l’energia positiva per affrontare positivamente il finale della sfida con la Germania, soprattutto quando le cose sembravano aver preso una piega negativa. Vincere però aiuta soprattutto a crescere, a capire che quel livello a cui Italbasket ambisce (e che ancora non ha raggiunto) non è una chimera, non è irraggiungibile.
L’Italia oggi si sveglia sapendo che può arrivare a livello delle migliori, purché sia sempre reattiva e consapevole della strada compiuta, ma anche di quella che ancora deve essere percorsa. Il cammino della Nazionale alla ricerca della propria dimensione comunque prosegue meritatamente. Ciudiamo la valigia e andiamo a Lille: dentro ci metteremo proprio la consapevolezza maturata a Berlino, tappa fondamentale per ambire a grandi cose con cognizione di causa.
Alessandro Pediconi