La domenica che si attendeva da tempo. Quella in cui, per la prima volta, si può realmente pensare che il pericolo retrocessione sia finalmente scampato. La vive infine la Virtus Bologna, che vince contro Varese, vede Torino colare a picco a Capo d’Orlando, per sovramercato ribalta anche la differenza canestri e ora sa che servirà un vero e proprio suicidio da qui alla fine per perdere la categoria (+6 in classifica e scontro diretto in casa all’ultima, che potrebbe anche non avere valore).
Vittoria bella, pulita, meritata, quella dei bolognesi che hanno sempre condotto, fatta eccezione per una manciata di minuti del primo quarto. Buona serata offensiva, soprattutto accoppiata ad una ritrovata intensità nella propria metà campo che ha costretto gli avversari al 38% complessivo al tiro. Successo ancora più prezioso considerata l’assenza dell’ultimo secondo di Michele Vitali, colpito in nottata da un virus intestinale. Con le rotazioni accorciate ulteriormente la partita era quanto meno intricata. L’Obiettivo Lavoro, invece, l’ha affrontata con una serenità e una prontezza sorprendente e che spesso è mancata. Abdul Gaddy ha mostrato ancora come la presenza di Andre Collins (bocciato dalle cifre, ma assolutamente fondamentale come presenza e leadership in campo) lo aiuti non poco.
Il playmaker da Washington è stato il più continuo dei suoi in attacco, segnando con buona continuità anche da fuori e attaccando il ferro come suo solito (sua la penetrazione che ha decretato il +9 finale, ribaltando il -7 dell’andata). Certo, errori e imprecisioni, quasi da copione, non sono mancate, ma con il buon Collins a prendere la direzione dell’orchestra quando questa andava fuori nota, il problema è sembrato molto minore rispetto al passato. Accanto a Gaddy obbligatoria la menzione d’onore per Valerio Mazzola e Simone Fontecchio. Il primo è stato presente sempre, segnando spesso e volentieri anche canestri di pregevole qualità e andando a far saltare i nervi in difesa al molle Brandon Davies. Il secondo ha giocato più a sprazzi, ma quando la luce è stata accesa ha segnato canestri decisivi per i suoi.
Sempre un fattore Dexter Pittman, che pure ha subito tanto la difesa avversaria, senza segnare come abitudine e finendo impantanato in problemi di falli, gestiti però meglio rispetto alle abitudini. A due volti la partita di Hasboruck: da quattro per le padelle del primo tempo, da sette per i cesti del secondo, prima di uscire anzitempo per falli, in una partita gestita col fischio facile dalla terna di direttori di gara. Zero punti, ma tantissima sostanza per un sorprendente Cuccarolo (migliore di tutti per plus/minus) e, come detto, giudizio a parte per Collins, penalizzato dall’1/10 al tiro, ma freddissimo nel gestire una squadra che sembra conoscere come le sue tasche, nonostante sia qui da un paio di settimane neanche. Onesto mestiere per Odom.
Varese, invece, si arresta dopo l’ottimo periodo recente. Dopo un buon avvio, culminato con il +7 sul 19-12, i biancorossi si sono fermati, mancando di quell’energia che, al contrario, gli avversari hanno sempre beneficiato. Ancora una volta Wayns e Davies ricadono tra i sospettati. Sono, probabilmente, i due giocatori con maggior talento, ma anche quelli dal carattere più volubile e dall’atteggiamento, in certi frangenti, più discutibili. Nel momento in cui la partita si è accesa sono spariti. Wayns non ha proprio lasciato traccia se non per un fallo tecnico pesante nel finale. Davies, invece, aveva iniziato bene, con Bologna in seria difficoltà a contenerlo. Poi è sparito, facendo perdere le tracce di sé, situazione non nuova per la Openjob.
Al contrario, invece, da lodare le prestazioni di Luca Campani e Richard Kuksiks. Il lungo ex Montegranaro ha fatto davvero una signora gara contro le tonnellate di Pittman, rispondendo colpo su colpo (due volte anche dalla lunga distanza) e mollando per ultimo. Il lettone, invece, anche se aiutato da una difesa distratta su di lui, ha segnato da tre punti a ripetizione, anche se ha sulla coscienza un paio di tiri nel finale che avrebbero potuto cambiare l’indirizzo del referto rosa.
Tutt’attorno è mancata la squadra in generale che, come ammesso anche da Paolo Moretti, è mancata di energia per portare a casa una partita che Bologna ha veramente voluta più fortemente. Impreciso Kangur, volenteroso ma scentrato Cavaliero, discreto ma niente più Wirght. Una sconfitta, comunque, che vista la classifica non pesa particolarmente. Alle spalle ormai non c’è troppo di cui preoccuparsi, e sarà, anzi, una settimana importante per prepararsi al proseguo di FIBA Cup, dove i lombardi vogliono, e possono, fare bella figura fino alla fine.
La cronaca. Varese apre con le triple di Kuksiks e Campani, la Virtus più con la stazza di Fontecchio e Mazzola. Cavaliero da una scarica di energia in difesa e Kangur firma il primo sorpasso: 10-9. Tripla di Campani e +4 Varese (12-16) che con le sue coppie di lunghi crea problemi di accoppiamenti ai padroni di casa. Ne deriva un 9-0 di parziale Openjob con una Virtus che non segna e gli arbitri che la puniscono. I bianconeri, però, riescono a chiudere bene: Collins gestisce il possesso, Pittman segna i primi due punti della partita e Odom chiude il quarto con una schiacciata in contropiede per il -1 (18-19).
Pittman sfrutta subito la marcatura di Davies per il sorpasso, Gaddy con una tripla è già in doppia cifra e arriva il primo allungo Virtus sul 23-19. Time out Moretti, ma ne esce bene ancora Bologna, con Collins che mette i primi tre punti della sua gara in uscita dai blocchi: 14-0 per il 26-18 che Wright e Wayns interrompono con due penetrazioni. Sette punti consecutivi di Mazzola tengono avanti Bologna, ma Gaddy in difesa ha problemi a contenere Wright, così Varese resta a contatto, anche perché Davies non viene decifrato dalla difesa di Valli e fa spendere a Pittman tre falli in 12’. Altro break personale per la Virtus. Lo mette Fontecchio con quattro punti di energia, per il +8 sul 37-29 dell’intervallo lungo. Bologna potrebbe anche allungare fino alla doppia cifra, ma per due volte Cuccarolo commette fallo in attacco.
Secondo tempo che si apre con Bologna che brucia il bonus in meno di due minuti, con anche Odom, dopo Pittman e Cuccarolo, già a quota tre penalità. Kuksiks e Kangur segnano da tre punti, Wright va al ferro ma Pittman risponde con sette punti personali. Varese ora gira bene in attacco, ma ugualmente Bologna trova nuovi equilibri, con il suo centrone a fare dell’ ingombro in area. Segnano Hasbrouck e Gaddy negli spazi da lui aperti, poi entra Cuccarolo che strappa il rimbalzo in attacco e serve ancora Hasbrouck per la sua prima tripla di serata ed è massimo vantaggio Obiettivo Lavoro sul 51-39. Varese però non ha nessuna intenzione di mollare a con le triple di Kuksiks (due) e Cavaliero ricuce a -4, con Collins che dalla lunetta fa 57-51 alla fine del terzo periodo, in conclusione del quale il giovane Alessio Penna della Virtus trova un pazzesco canestro da 18 metri, ma a tempo scaduto di un soffio.
Ultimo quarto. E’ Valerio Mazzola a dare il giusto abbrivio con cinque punti su due piazzati dagli angoli che fanno tornare i padroni di casa al +11 (62-51). Campani è una presenza in attacco ma dall’altra parte Hasbrouck, dopo un primo tempo di mattoni, si è svegliato, e segna con puntualità. Purtroppo gli arbitri (decisamente troppo fiscali: 50 falli complessivi, con polemica da parte di coach Moretti in conferenza stampa), decidono che è giunto per lui il tempo di andare in panchina e lo sanzionano di tre falli (dubbi a dir poco) in due azioni, che lo portano a cinque penalità personali. Vola una bottiglietta in campo dalla curva virtussina. Il DS Crovetti si arrabbia e per tutta risposta prende cori non propriamente simpatici dai tifosi, segno che il feeling societario con la piazza è quanto meno da ricostruire. La partita alza decisamente i toni fisici. I contatti volano e la Virtus solleva un po’ le mani dal manubrio. Kuksiks la avverte che è meglio tornare ad alzare la guardia segnando ancora da tre. Pittman e Collins (dopo un tecnico sanguinoso di Wayns) ridanno il +8 (69-61) a Bologna. Wright dalla lunetta accorcia a -6, ma Gaddy si inventa un bel cesto in penetrazione e Collins, su antisportivo di Davies (pessimo atteggiamento), fa di nuovo +10 (73-63). A 2’ dalla fine è +9, Kuksiks segna dalla lunetta, Gaddy perde palla, poi fa 0/2 dai liberi e Kuksiks per due volte manca, completamente aperto, la tripla che avrebbe portato i suoi al -4. E’ il sipario sulla partita, che cala non prima che Gaddy in penetrazione ribalti una differenza canestri che, però, alla fine potrebbe anche non servire a nessuno.
OBIETTIVO LAVORO BOLOGNA – OPENJOB METIS VARESE 76-67
Tabellini
Parziali: 18-19; 19-10; 20-22; 19-16;
Progressione: 18-19; 37-29; 57-51; 76-67;
MVP: Abdul Gaddy. Fa e disfa che neanche Penelope, ma alla fine tante giocate decisive passano per le sue mani e riesce anche a mettersi in tasca il confronto diretto con Wirght e Wayns.
WVP: Maalik Wayns. Non ne azzecca una. Percentuali terribili dal campo, mai capace di incidere, finisce anche per prendere un tecnico pesantissimo nel finale.
SALA STAMPA
PAOLO MORETTI
GIORGIO VALLI
Nicolò Fiumi