Un terribile pasticcio. Questa vicenda della Virtus Roma esclusa dal campionato di A2 per la prossima stagione per aver saldato la prima rata dell’iscrizione con meno di 24 ore di ritardo (l’avv. Gianfranco Tobia, difensore legale del team giallorossoblu ha tenuto a precisare 15 ore di ritardo, ndr), si è arricchita oggi di dettagliati particolari che genereranno parecchie discussione nei prossimi giorni.
In un affollata conferenza stampa tenuta oggi venerdì 29 luglio dalle 13.30 al Pala Tiziano infatti, il Presidente Claudio Toti ha esposto le sue ragioni non senza ricorrere all’ausilio, in questo caso determinante, dello storico legale della squadra capitolina, avv. Gianfranco Tobia il quale ha eloquentemente illustrato la vicenda, ricorrendo com’era logico a circostanziare date e fatti essendo anche colui che sta curando in prima persona il ricorso presso i vari livelli delle Corti Federali della Fip.
Quali siano le accuse che muove la Virtus Roma alla stessa Fip sono chiare sin dalla prima ora della decisione, da parte del Consiglio Federale, di escludere la squadra dal prossimo campionato ma oggi i particolari descritti in conferenza dall’avv. Tobia assumono toni che oseremmo definire inquietanti.
Il giurista, famoso negli ambiti sportivi in quanto da diversi anni procuratore federale in ambito di giustizia sportiva in materia di calcio e rugby, oltre ad elencare alcune gravi (a dir poco), omissioni o mancanze da parte dello stesso Consiglio Federale nell’estrapolare il primo atto di giudizio negativo alle ragioni della Virtus Roma, ha sottolineato come ieri (giovedì 28 luglio), durante il secondo atto sempre di parere contrario al team capitolino, si siano evidenziate delle gravi incongruenze nell’ambito della consuetudine inerente al diritto: dall’eccessiva rapidità nel pronunciare la sentenza (emessa appena un’ora e venti minuti dopo le sue 25 considerazioni esposte dallo stesso Tobia dinanzi alla Corte a favore delle sue ipotesi), al grave ed ingiustificato ritardo temporale con la quale la stessa Corte renderà note le motivazioni della sentenza stessa, cioè a ben 10 giorni a partire da ieri.
Soprattutto questo ultimo aspetto ha dell’incredibile, quasi comico diremmo. Probabilmente chi si occupa di queste vicende per conto dell’organo giudicante ha dimenticato che, rendere note le motivazioni tra 10 giorni significherebbe far attendere la Virtus Roma quasi a ridosso del 15 agosto, periodo durante il quale l’Italia intera cala la saracinesca per ferie, “condannando” perciò di fatto L’Urbe a dover contro-replicare (se tutto va bene), non prima della fine del mese di agosto, cioè a pochi giorni dall’inizio del campionato e con la fase di preparazione già in avanzata fase di svolgimento.
Anche chi non comprende affatto le logiche e le dinamiche delle società sportive ben comprende però il danno che questo comporterebbe per l’Urbe, costretta quindi a dover attendere tutto questo tempo non potendo muoversi sul mercato (il roster è ancora da completare, specie nella parte più delicata, cioè quella degli stranieri), e sperando che i giocatori attualmente contrattualizati non chiedano la rescissione del contratto, cavillo al quale potrebbero ricorrere nel caso di lungaggine di questo ricorso. Di solito è consuetudine infatti in ambito giudiziale-sportivo, come anche confermato dallo stesso avv. Tobia, non esagerare nei tempi delle risposte da parte delle corti chiamate ad emettere un parere vincolante ai fini del giudizio proprio per non penalizzare in modo eccessivo l’atleta o la società giudicata incorsa: oltre al danno non deve esserci anche la beffa.

L’avv. Gianfranco Tobia ed il Presidente Claudio Toti
Una situazione quindi molto delicata, anche perché a dar credito alle argomentazioni esposte oggi dall’avv. Tobia, con il Presidente Toti a fargli da eco, la situazione dei rapporti con il mondo Fip ed il team virtussino viaggia sul nuvoloso stabile (usiamo termini edulcorati, riascoltando le parole del Presidente Toti ben si comprende che il clima tra le parti in causa sia tutt’altro che positivo e non da oggi), e non pensiamo migliorino anche alla luce delle pesanti accuse mosse oggi all’intero sistema amministrativo-gestionale del Foro Italico.
Una situazione quindi molto, molto delicata. Se da un lato infatti la Virtus Roma è serena nelle proprie ragioni e conta di farle valere nelle sedi preposte, dall’altro lato è evidente il malumore nel dover attendere tutto questo tempo prima di poter procedere al terzo grado di giudizio, anche forse ad un eventuale quarto!
Difficile però fare una previsione. Da un lato chi Vi scrive si augura caldamente che tali motivazioni siano rese pubbliche prima di questi fatidici 10 giorni, anche perché dovrebbe contare in ambito sportivo il comportamento storico in ambito amministrativo-disciplinare della squadra in oggetto (in questo campo la Virtus Roma è decisamente un team modello, avendo nel proprio passato appena 2 contenziosi, anche vinti, davanti alla Corte Federale, da quando l’ing. Claudio Toti è presidente del team), consentendo quindi al team capitolino di far valere le proprie ragioni in tempi debiti e soprattutto brevi.
Dall’altro lato però non si può commentare questa vicenda con un senso di aspro dissenso per un modo di vivere, concepire e soprattutto, gestire lo sport professionistico in auge nel mondo della pallacanestro italiana da quasi inizio secolo in corso. Occorre evitare come le mine in un campo di guerra queste situazioni che gettano, aumentano in maniera totale il discreto su quello che dovrebbe essere invece il pilastro di un’organizzazione sportiva, e cioè la credibilità di chi lo gestisce ma anche di chi ne fa parte: lo sport, seppur votato al mondo del più marcato professionismo, resta e rimane anche competizione, valori, etica, non solo soldi!
I recenti rovesci della Nazionale maschile e delle squadre di club in ambito continentale sono una spia rossa continuamente accesa per la Fip la quale sembra non particolarmente imbarazzata da tale stato di cose, non intervenendo correndo ai ripari, benchè a livello giovanile giunga qualche cenno di conforto (al femminile ed al maschile le rappresentative si sono comportate con onore in questi giorni in giro per il mondo, segno comunque che i problemi da risolvere sono proprio più al vertice che alla base).
Ma sia chiaro che questa vicenda, caduta sulle spalle e sul collo della Virtus Roma con l’ing. Claudio Toti al comando da molti anni, un presidente discusso da ormai dalla maggior parte del suo popolo, (proprio non meno di 12 mesi fa la clamorosa autoretrocessione in A2, unica nel suo genere nell’intero modo professionistico sportivo italiano), dovrebbe anche far riflettere egli stesso sul fatto che sarebbe ora di porre fine drasticamente a situazioni così destabilizzanti, dando vita quindi ad una struttura societaria degna di questo nome, proprio per evitare d’incorrere in queste sgradevolissime situazioni, a torto od a ragione: meglio avere una squadra meno roboante ed in A2 al momento ma almeno ad esempio potenziare l’attuale staff amministrativo e/o organizzativo che compie già e comunque uno sforzo positivo per star dietro a tutto, evitando perciò sbalzi di pressione alle vene arteriose dei propri sostenitori, messe già alla dura prova con i playout della scorsa primavera nonché a quelle dei diretti interessati, non crediamo sia gradevole percepire che il proprio posto di lavoro sia a rischio per questa vicenda!
La Fip avrà sicuramente le sue procedure e consuetudini poco lineari a volte nel diritto ma è stata una leggerezza eccessiva cadere in questo sgradevole pasticcio del quale nessuno, ma veramente nessuno, sentiva il bisogno, ora che finalmente ci si era messo alle spalle la tribolatissima scorsa stagione.
Atteniamoci ai fatti sperando che con questa calura estiva (non ci resta altro da fare, seppur banale…), si possa giungere al più classico degli “Happy Endings”, decidete Voi quale possa essere comunque la pensiate!
Fabrizio Noto/FRED