E così è di nuovo Derby. Sette anni dopo l’ultimo (che fini così). 2840 giorni dopo. Per la prima volta in serie A2, tra due squadre che nel frattempo ne hanno viste di tutti i colori. Divisioni, riaccorpamenti, ripartenze dalla B2, la sponda biancoblù del Reno. La prima retrocessione sul campo della storia quella bianconera. La città di Bologna sembra aver vissuto questi 2840 giorni aspettando solo questa partita. Sotto le Due Torri se ne parla dalla sera della sconfitta della Fortitudo in gara 5 contro Brescia, nelle finali playoff dello scorso campionato di A2. La Unipol Arena, per l’occasione, sfoggerà tutta la sua capienza e i 9000 biglietti disponibili sono andati bruciati per intero in pochi giorni, con 2500 tagliandi riservati agli ospiti. C’è tutto quello che c’era ai tempi dei fasti italiani e europei: sfottò, polemiche montate ad arte, pretattica dei protagonisti, interviste a chi il Derby lo ha giocato. Ma sul campo che cosa dobbiamo aspettarci?
Le due squadre arrivano a questa partita in situazioni diametralmente opposte. La Virtus, che sarà padrona di casa, in estate era reduce da una dolorosissima retrocessione e doveva cercare di mettere assieme i cocci di quel disastro. Facendolo non c’erano particolari aspettative, se non cercare di lanciare qualche ragazzo del vivaio e ricreare il rapporto ormai logoro con il pubblico. La prima parte di questo campionato, invece, ha parlato di una squadra che fin qua è stata una specie di schiacciasassi e arriva con una serie aperta di otto vittorie. Miglior attacco del girone, prima per differenziale tra rating offensivo e rating difensivo (+11.6 punti ogni 100 possessi), primo posto con due partite giocate in meno. La Fortitudo, invece, nei progetti doveva essere la squadra che avrebbe ammazzato il campionato. Nei proclami della società, seguiti a un mercato che aveva portato giocatori di primissimo piano (Mancinelli, Ruzzier). E invece, anche per una gestione della stessa società e, in parte, di Matteo Boniciolli, tutt’altro che esente da critiche, fino ad oggi il percorso della Kontatto è stato pieno di ostacoli e di parecchie sconfitte più del prevedibile. Insomma, sulla carta c’è una favorita. E nemmeno di poco.
Ma è un derby. Anzi, è Il Derby. E si sa, Il Derby è una storia a sé.
La Virtus ha un’idea di gioco ben precisa, che si sviluppa, chiaramente, attorno ai suoi due poli offensivi, Kenny Lawson (21 punti e 9 rimbalzi di media) e Michael Umeh (17 punti di media col 42% da tre). La squadra lavora per far ricevere nei pressi del canestro il lungo ex Recanati che ha mani morbide e può segnare sia fronteggiando canestro col tiro dalla media, che usando la sua stazza per un tiro a centro area, dove spesso ha buona capacità di catturare rimbalzo offensivo su un suo stesso errore, nonostante un atletismo non strabordante. L’alternativa è quella di utilizzare le uscite dai blocchi di Michael Umeh. Se c’è spazio, e ne basta poco, l’ex di Trento mette a posto i piedi e spara da dietro l’arco, altrimenti prova l’uno contro uno, prevalentemente per prendere ritmo e cercare l’arresto e tiro da due punti. In situazioni di emergenza viene comodo Guido Rosselli, con la sua taglia e l’esperienza che lo porta a guadagnarsi parecchi liberi. Spissu può giocare pick’n’roll con lo stesso Lawson, pericoloso sia in situazioni di “roll” che in situazioni di “pop” (41% da tre su quasi tre tentativi a partita).
La Fortitudo, nelle idee, vorrebbe lavorare più di collettivo, sapendo di avere qualche giocatore più affidabile davanti (Mancinelli, Knox), ma con, nei desiderata, un roster dove tutti, a turno, si ergano protagonisti. Così, gli appoggi in post a Mancinelli e Knox diventano, spesso, presupposti per creare scarichi sul perimetro e innescare il meccanismo di aiuto e recupero della difesa che conceda un tiro aperto o una penetrazione comoda. Da qui nascono molte delle fortune di Leo Candi (oltre i 13 punti e partita) e di Matteo Montano (sesto uomo da 11 punti a partita). Il problema, e quello che per ora ha creato il distacco in classifica dalla Virtus, è che la Fortitudo non ha un uomo che, nel momento in cui questo meccanismo si blocca, prenda palla in mano e, con costanza, possa creare tiri e punti dal nulla. Non lo è stato Roberts e men che meno lo è il suo sostituto Nikolic, in dubbio ma che domani dovrebbe esserci.

Statistiche varie ed eventuali delle due squadre
Altra impressione che si è avuta fin qua è che la Virtus riesca a passare sopra a minuti di difficoltà offensive, continuando a fare il suo gioco in maniera costante, mentre la Fortitudo sembri più incline a farsi trascinare in vortici negativi che trasformano due o tre azioni senza esito in veri e propri black out. Un lusso che non si potrà permettere.
C’è da dire che la Kontatto sembra avere le armi per mettere il classico granello di sabbia nell’ingranaggio virtussino. Montano, Candi, volendo Raucci, possono essere mandati sulle tracce di Umeh a tormentarlo. Knox (lui pure in possesso di buon tiro frontale) può pareggiare la fisicità di Lawson e impegnarlo nell’altra metà campo, considerando che nessuno dei due dà il meglio di se stesso in fase difensiva. Mancinelli, Italiano e lo stesso Raucci hanno tutto per stare con Rosselli. In generale la F deve cercare di rendere la partita brutta, sporca e cattiva, perché ad alti punteggi a oggi la Virtus sembra decisamente avere più di un vantaggio.
Poi c’è il fattore mentale, che è inevitabilmente una determinante di queste gare. Michelori da una parte e Mancinelli dall’altra sono gli unici con esperienza di Derby. Justin Knox a North Carolina ha giocato diversi derby contro Duke, quindi l’atmosfera dovrebbe averla ben presente. Ma poi ci sono tanti ragazzi che sono alla prima apparizione in una partita con tanta attenzione e pressione addosso. Candi, Montano, Raucci, Italiano, Ruzzier da una parte. Penna, Oxilia, Pajola dall’altra, che, peraltro, sono alla loro prima stagione da senior a tempo pieno. Chi reggerà meglio a livello mentale avrà più chance per riuscire ad essere un fattore decisivo.
Il duello chiave quale potrebbe essere? Detto dei protagonisti attesi, c’è sicuramente da fare grande attenzione a cosa succederà nella battaglia tra playmaker, che è probabilmente la sfida nella sfida più affascinante. Candi-Ruzzier contro Spissu-Penna, un duello bellissimo anche guardando alle carte d’identità che recitano poco più di 20 anni come età media degli interpreti, che però sono già protagonisti di questo campionato.
E quindi via, il conto alla rovescia è ormai giunto al termine. Palla a due alle 20.45. Bologna non sta più nella pelle. Vuole aprire la calza e gustarsi il suo Derby d’Epifania. Buon divertimento a tutti.
Nicolò Fiumi