Brooklyn, 8 gennaio 2017. Nella prima gara dopo l’annuncio della messa di fatto sul mercato di Book Lopez, i Nets incassano la seconda sconfitta in due gare contro Philadelphia (95-105), la decima nelle ultime 11, stavolta in casa e con un piglio molto meno grintoso e competitivo. Mai come stavolta la gara di Lopez enfatizza la sua importanza nei giochi bianconeri, mai come in questa uscita le rotazioni di coach Atkinson suonano come errori o scelte consapevoli di rinuncia al risultato per fare largo alle mere sperimentazioni.
Eppure le cose erano iniziate bene: nei primi 4’30” gli ospiti hanno messo a segno solo 4 punti, grazie soprattutto alla difesa di Lopez su Enbiid, ben contenuto (almeno nel primo tempo) tanto in post basso, quanto sul perimetro, grazie alla scelta di tempo di Lopez sui corridoi ed a quella degli esterni chiamati al raddoppio. Bene Booker nel guidare la transizione ed in versione assistman per Whitehead, molto bene quest’ultimo sugli scarichi, molto meno bene in versione point guard (tre perse in un amen, alla fine saranno ben sei!). Prima scelta opinabile: nonostante le cose girino bene, la second unit va in campo già nel primo quarto! Nonostante il buon impatto di Hamilton, sia dall’arco, sia anche nella difesa del ferro (in cui sta lentamente crescendo), Phila ricuce fino al meno tre (27-24).
Il divario si allarga, poi, dopo lunghi minuti di sostanziale equilibrio, inaspettatamente, nel finale della seconda frazione, ma più per demerito degli ospiti, che si intestardiscono in un gioco dentro-fuori dalla mano molto fredda (0/8 da tre nel secondo quarto), che per i meriti di casa, anche se Lopez svolge ancora un ottimo lavoro su Enbiid (che finirà in panchina già con 4 falli ad inizio ripresa), e nonostante le difficoltà di Whitehead, prima, Kilpatrick (da alcune partite completamente fuori condizione) e Dinwiddie (fresco di estensione!), poi, nel dare ritmo all’attacco. Un Lopez già da 19 punti guida i suoi al massimo vantaggio quasi sulla sirena dell’intervallo lungo (57-46).
Poi il disastro: parziale 0-12 all’uscita dagli spogliatoi senza particolare sforzo per i 76ers, grazie all’ingresso di un ottimo Saric ed al contropiede innescato dalla messe di palle perse dai Nets, ed inerzia completamente girata! Phila allunga raggiungendo la doppia cifra di vantaggio, scaldando la mano sugli scarichi e giocando facile il pick and roll contro la difesa di nuovo inesistente di Dinwiddie ed Hamilton (sicuri che, cambiando il gioco offensivo avversario, ai due, che pure bene avevano lavorato a difesa del ferro, non ci siano alternative in panchina?). Ma ciò che più colpisce è la mancanza di idee dell’attacco di casa, che si ostina a cozzare contro il muro eretto dagli ospiti di fronte al canestro con penetrazioni scriteriate del palleggiatore di turno! Quando torna Lopez, addirittura in posizione di ala con Hamilton centro, la gara cambia rapidamente, perché allarga il campo, la mette dall’arco, crea spazi per Hamilton, è abile negli aiuti, proteggendo il ferro. Perché rimetterlo in campo così tardi?
Ad ogni modo, tanto basta per riaprirla a fine parziale (78-83), addirittura impattarla ad inizio ultimo periodo, finché il semplice mettere Enbiid in condizione di giocare fronte a canestro dall’ala non rende vani gli sforzi difensivi di Lopez e regala una vittoria tutto sommato neppure troppo sudata ai Sixers, gettando nello sconforto i fan di Brooklyn.
L’assenza di Lin pesa come un macigno di fronte alle 22 palle perse, 11 dai soli Whitehead (insisto: per me molto più shooting, che point guard!) e Kilpatrick (fuori fase lui, per i Nets la sconfitta è pressoché certa!). Ma ancor più preoccupa la totale dipendenza della squadra da Brook Lopez: con lui a rifiatare in panchina manca qualsiasi idea, nessuno pare in grado di assistere i compagni per metterli in ritmo, nessuno si ricorda come spaziare intorno al canestro avversario, qualunque difesa pare di filo spinato! Perché continuare ad utilizzare il solo Hamilton dal pacchetto lunghi di riserva? Scola è sul piede di partenza? Bennett già fuori dai piani? Tanto più con un Booker prezioso ma presto condizionato dai falli! Lopez sul mercato, stante la situazione societaria, è una scelta dolorosa ma che può starci, ammesso che ci siano acquirenti e che la contropartita sia davvero sugosa, ma si è pensato all’alternativa tecnica? Se i risultati sono in secondo piano, rispetto alla maturazione delle scelte, giova a tal fine abituarsi alle sconfitte e costruire tutto il piano tecnico intorno a Brook? Nelle partite abbordabili, come quella odierna, giova ruotarlo come in tutte le altre, lasciando agli avversari di prendere il largo, per rimetterlo in campo quando è tardi?
Aspettiamoci grosse novità di qui alla trade deadline, tra un mese e mezzo, ma mai come oggi aleggia sui Nets un senso di rassegnazione e di attesa di cambiamenti salvifici; se non per la stagione, almeno per le prospettive future…