Cantù (CO), 3 aprile 2017 – Filotto, l’Openjobmetis Varese fa la voce grossa anche in quel di Desio, contro i cugini odiati della Mia Cantù, accaparrandosi due punti e la sesta vittoria consecutiva per proseguire il sogno playoff, al termine di una partita a tratti vibrante ma che ha fatto registrare alla fine la netta affermazione dei biancorossi ospiti. Niente da fare per i giocatori di coach Recalcati che sembrano aver perso quegli automatismi e fluidità di gioco che con l’avvento del nuovo tecnico sembravano ormai essersi consolidati verso il cammino della salvezza e dopo tre vittorie consecutive.
Neanche gli ardori del pubblico amico hanno fatto da contro altare alla tecnica ed alla esplosività di giocatori come Pelle, Eyenga e soprattutto del mvp dell’incontro, Eric Maynor, autore di una prova sublime, che ha deliziato anche la platea avversa, con giocate spettacolari per le quali ha unito tecnica sopraffina ed atletismo. Dall’altra parte non sono bastati i soliti noti, Dowdell e JaJuan Jhonson a sopperire al gap incontrastabile che si è consacrato durante lo svolgimento dei secondi 20 minuti di gioco, in favore degli ospiti.
Cantù pare aver smarrito le certezze di qualche settimana fa, e l’effetto Recalcati sembra stia scemando, facendo di nuovo ripiombare la compagine brianzola nell’opacità di una stagione molto cupa e desolante, a dispetto delle roboanti premesse. Tutto fumo, niente arrosto. In ogni caso, una salvezza risicata, che dovrebbe arrivare certamente, può porre le basi ad una programmazione oculata per la prossima stagione.
Varese, d’altro canto, è lanciata verso una qualificazione insperata ai Playoff, che solo qualche settimana fà pareva pura utopia. D’altronde, dalle parole entusiastiche di fine gara di coach Attilio Caja, sembra trasparire grande autostima e fiducia totale verso un progetto che sta portando la squadra della “città del giardino”, verso traguardi ragguardevoli. In questo momento è la compagine che sta esprimendo il migliore gioco in Italia.
In ogni caso ieri sera il basket si è riconciliato con gli autentici valori di uno sport per certi versi ancora nella fase embrionale-pionieristica nel nostro bel paese, sia per problemi culturali che di diffusione mediatica. La solidarietà dei tifosi canturini verso gli “odiati” cugini, per il divieto imposto alla loro trasferta, danno un segnale di grande maturità per porre le basi ai grandi investitori di prendersi di coraggio per i loro investimenti nel nostro sport che riteniamo essere il più bello al mondo.
Serafino Pascuzzi