I New York Knicks portano a casa anche il secondo derby (104-111), sovrastando i Brooklyn Nets nel frontcourt, trovando risorse fondamentali nella panchina e, come nella prima sfida, con una grande lezione difensiva impartita da coach Hornacek. L’infortunio occorso al ginocchio di Porzingis, che costringerà la star ospite a lasciare la partita, serve solo ad illudere la tifoseria bianconera: i rivali cittadini in blu-arancio restano ancora superiori, poco da dire. Intanto i nuovi arrivati continuano a fare da spettatori… Sarà per la prossima volta.
Primo quarto. L’intensità difensiva delle due squadre è altissima fin dalla palla a due: da un parte un sontuoso Hollis-Jefferson (25 punti, career-hig, 7 r, 3 a, 4 st, 2 bl!) aggredisce Porzingis sul cilindro e sulla palla, cercando di prevenirne il posizionamento in post basso; dall’altra viene scelto il raddoppio sul portatore di palla, il che sporca il pick and roll di casa. Crabbe fa dannatamente fatica su Lee (ancora una prova piuttosto lontana dalla decenza per il #33 di casa). Ovvio l’ingresso di Levert al suo posto e dalle mani del neo-entrato nasce l’immediato colpo di reni dei Nets, assistendo Zeller, innescando sul primo passo Harris e materializzando il sorpasso creandosi la tripla dal palleggio (17-15 al 7′). L’ingresso delle seconde linee, però, fa sì che il dominio Knicks sotto le plance sia ancora più netto: Allen non incide e, per di più, spende subito tre falli, arriva il controparziale di 0-10 e si scivola verso il primo mini-interallo con gli ospiti in controllo (26-32).
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Secondo quarto. Passano minuti interminabili senza che i Nets riescano ad infilare un canestro dal campo. Acy, evidentemente sfiduciato nel proprio tiro, sbaglia un paio di rigori, mentre, nell’altra metà campo, i Knicks premono sull’acceleratore in transizione ed anche O’Quinn banchetta nel pitturato (27-38 al 3′). La sfida tra attacco e difesa sul pick and roll bianconero è la chiave tattica più interessante della gara: gli ospiti attuano una difesa “alla Thibodeau” sul P&R laterale di Dinwiddie, “schermando” il lungo ed impedendogli di portare il blocco; Spencer (altra prestazione da leader nato, la sua, 26+7+7) risponde da par suo, ricevendo la sponda e portandosi in angolo: l’emorragia, generata in larga misura dalla scarsa reattività nel posizionamento sotto il proprio ferro, viene tamponata, in parte, grazie alle sue triple, in parte grazie al solito RHJ, capace tanto di attaccare i lunghi sul primo passo, quanto di sfruttare i mismatch con Lee (-6). Si tratta, però, di un fuoco di paglia, perché a poco vale il raddoppio difensivo, se Lee (top scorer della gara con 27 punti) può punirlo dal lato debole e KP6 si apre in show con tanta naturalezza. Anche quando il lettone va a rifiatare in panchina, Kanter basta e avanza per ripristinare le distanze. Si va all’intervallo lungo sul 50-63 e la gara completamente in mano agli ospiti.
Terzo quarto. I Nets rimettono piede in campo con tutt’altro atteggiamento: Dinwiddie aggredisce il ferro e scarica per Carroll, difende cercando di passare sui blocchi, mandando in crisi un fin qui ottimo Jack, alza i ritmi esibendo un paio di lanci da quarterback coast-to-coast; in difesa, si va al raddoppio sistematico sul post basso, in pratica mettendo la sordina a tutte le fonti del gioco ospite; qualche conclusione rapida, cercando di anticipare lo schieramento della difesa, produce, finalmente i frutti sperati: ancora tripla di Carroll, parziale di 25-10 e sorpasso (75-73), dopo che, prima dell’intervallo, i Knicks avevano toccato il +18! In tutto questo, c’è che gli ospiti hanno perso Porzingis, messo fuori gioco da un contatto apparentemente banale sul ginocchio sinistro. A rimettere le cose a posto pensano, però, ancora le scelte tattiche di Hornacek che, di fronte agli switch difensivi dei padroni di casa, schiera Beasley (15 p) da 4 tattico: risulterà il dominatore del terzo parziale. Ancora le carambole offensive di O’Quinn tengono gli ospiti avanti, il solito Lee, che continua a brutalizzare Crabbe sfruttando i blocchi, mette il sigillo sul finale (82-87).
Quarto quarto. Va detto: i lunghi arancio-blu mostrano la loro superiorità in tutti i fondamentali. Portano i blocchi in modo più efficace, generando vantaggi sui quali la difesa di casa fatica a chiudere. Quando, per una volta, Dinwiddie riesce a passare sul blocco, ne nasce una rubata di Levert con relativo contropiede, che vale ancora il -3. Rondae, autore di una prova maiuscola anche difensiva, ha ormai preso le misure a Beasley, ma i tap-in di O’Qiunn continuano a fare molto male, a poco valgono le rotazioni dei lunghi a disposizione di Atkinson. Dall’altra parte del campo, ancora sfida tattica sul pick and roll, ancora una volta vinta dai Knicks, e questa risulterà decisiva per l’esito finale della contesa: con Allen in campo, i Nets cercano di portare i giochi a due molto alti ma ciò comporta lo scivolamento del lungo sul blocco, appena accennato, per sfruttare la maggiore rapidità di piedi del rookie di casa. La contromossa è vincente: i difensori accettano il cambio, Baker si esalta con due palle rubate nel momento nevralgico della gara, l’attacco di casa non genera alcun vantaggio e si ostina a cercare triple più o meno forzate, senza trovare fortuna. Al contrario, due semplicissime giocate dentro-fuori, dall’altra parte del campo, puniscono il frettoloso posizionamento della difesa ed i raddoppi sul post con due triple mortifere (Ntilikina e Thomas) che mettono fine alle speranze dei Nets. A nulla varrà lo sforzo finale, la voglia di lottare a rimbalzo d’attacco da parte dei bianconeri, generosissimi ma giustamente sconfitti.
Avrebbe potuto essere, in un mondo ideale, il guanto di sfida lanciato da Brooklyn alla zona play-off. Hornachek ha, invece, costretto tutti a tornare con i piedi per terra, al di qua del ponte: via Booker, ancora fuori D’Angelo Russell a tempo indeterminato, soprattutto ancora ai box Stauskas e l’attesissimo Okafor, i Knicks hanno messo a nudo i limiti tecnico-tattici di una squadra che deve ancora crescere e che attende l’esordio dei neo-acquisti con sempre maggiore ansia…
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