Avellino, 7 gennaio 2018 – Altro segnale di forza impressionante per la Sidigas Avellino, che inanella la quarta vittoria consecutiva (settima nelle ultime otto) disponendo a proprio piacimento di una Virtus Bologna che, a sua volta, arrivava da tre successi filati. Primo posto solitario in classifica per gli uomini di Pino Sacripanti, sfruttando il ko di Brescia e in attesa del posticipo di Milano con Pistoia.
Gli irpini hanno mostrato una volta di più tutta la propria forza e il momento di forma grandioso in cui si trovano. La difesa ha annientato un avversario incapace di generare cose diverse da sterili isolamenti del duo Gentile-Aradori, imponendo pressione sul perimetro e forza fisica in area. In attacco poi, pur con un passaggio a vuoto nel terzo quarto, si è vista fluidità di gioco, coralità, un gruppo affiatato che ha saputo sezionare ogni momento della gara per trovare la soluzione migliore. Dai rifornimenti in area alla coppia Fesenko-Ndiaye, totalmente inarrestabile per la frontline emiliana, agli scarichi sul perimetro per le conclusioni di un ritrovato Fitipaldo, passando per le invenzioni di Jason Rich, che ha segnato in doppia cifra senza mai ingranare più della terza.
Tutti, però, hanno girato e sarebbe ingeneroso mancare di menzionare il fosforo di Filloy e D’Ercole e la partita totale di Marteen Leunen, dominante nonostante lo zero alla casella punti segnati: 9 rimbalzi, 9 assists, +22 di plus/minus. Il quarto periodo di totale garbage time imposto a una squadra, certo inferiore, ma dotata di valori individuali non indifferenti come Bologna è da solo un manifesto della forza di una squadra che oggi guarda ragionevolmente a un futuro da reale pretendente al titolo.
Figura al limite dell’imbarazzo, invece, per la Virtus Bologna. Travolta da un avversario di altro livello: fisico, tecnico, di intensità. Gli uomini di Ramagli non hanno mai capito una virgola dell’incontro, finendo fagocitati da una squadra che gira come un rullo compressore e, infine, perdendo anche la faccia in un quarto periodo difficile da digerire. Certo non il massimo per arrivare al decisivo scontro, in ottica Final Eight, di settimana prossima con Reggio Emilia.
Poco da raccontare, nulla da salvare. Da un attacco che ha mostrato tutti i propri limiti a una difesa che ha anche provato a farsi sentire in certi momenti ma, di fatto, è stata battuta da un attacco semplicemente più forte. 117-39 la valutazione finale per i padroni di casa. Notte fonda per tutti. Da un Oliver Lafayette mai in controllo, insieme al compagno di reparto Stefano Gentile, al palo con 0/7 dal campo, a Pietro Aradori a tratti quasi reticente. Passando per uno Slaughter travolto dalla fisicità avversaria e che, a sua discolpa, non ha mai avuto un minimo di aiuto da nessuno.
Non ingannino i 18 punti di Alessandro Gentile, arrivati tirando 21 volte e spesso intestardendosi in uno contro uno infruttuosi. Il -33 di plus/minus alla fine è lì come un monito.
Disastro totale. Si sapeva di andare incontro a una mission impossible, ma c’è sempre modo e modo per perdere.
La cronaca. Primi due punti con una bella penetrazione di Ale Gentile, ma Avellino ci mette niente a prendere le misure alla partita. Fesenko costituisce un mismatch difficilissimo anche per un signor difensore come Slaughter e subito i suoi compagni lo servono con continuità. L’ucraino ripaga con sei punti rapidi. D’Ercole segna da tre in transizione ed è 9-4 per i padroni di casa. Bologna in attacco è tutta nelle invenzioni della coppia Alessandro Gentile – Pietro Aradori, con un Lafayette che comincia malissimo e subito viene rimpiazzato da Stefano Gentile. Avellino in attacco, invece, è un orologio. Leunen smista per le triple di Filloy e Fitipaldo. Rich trova un paio di canestri. La forbice si allarga alla doppia cifra mentre Bologna in attacco si pianta. Gentile sbatte a testa bassa contro il muro irpino. Aradori e Slaughter non hanno mira. Solo qualche errore offensivo di troppo dei biancoverdi impedisce al divario di fine primo quarto di andare oltre il 22-10, con un parziale finale di 10-0 e gli ospiti che non segnano per gli ultimi cinque minuti.
Esce Fesenko, entra Ndiaye. E la musica sotto canestro non cambia. Il lungo africano detta legge in area e arriva rapidamente il massimo vantaggio avellinese sul 28-12, prima che Michael Umeh con un paio di triple metta una pezza agli errori da mezzo metro dei suoi compagni di squadra. E’ l’unica fiammata di una Virtus che però va rapidamente a fondo contro la difesa di Sacripanti, davvero tarantolata. Non c’è un tiro pulito per la Segafredo. La Sidigas contesta ogni conclusione. Rapidamente la gara si trasforma in una corsa solitaria dei biancoverdi. Con Fesenko, ora di nuovo in campo, che torna a spadroneggiare. Gli uomini di Ramagli spariscono dal campo. Doppiati sul 36-18, in attacco ci sono solo tentativi individuali che portano poco lontano. Schiaccia ancorail centro avellinese. All’intervallo ci si va su un 44-25 che, in sostanza, significa partita già in archivio.
Bologna, infatti, proverà un ammirevole tentativo di rientro in partita nel secondo tempo, applicandosi duramente in difesa. Ma in attacco continuerà l’astinenza prolungata, rendendo di fatto vani gli sforzi fatti dietro. Alla Scandone, in sostanza, basteranno un paio di magie di Jason Rich per mantenersi intorno ai venti punti di vantaggio. 57-41 l’intertempo al trentesimo, nonostante i soliti 13 punti realizzati nel quarto dai padroni di casa, sempre in controllo grazie alla propria difesa.
L’ultimo quarto, così, sarà solo accademia, in cui Avellino, senza dover sudare, esalterà il proprio pubblico, mentre Bologna alzerà le mani finendo per essere ridicolizzata.
SIDIGAS SCANDONE AVELLINO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 87-59
Parziali: 22-10; 22-15; 13-16; 30-18.
Progressione: 22-10; 44-25; 57-41; 87-59.
MVP: Tutta la Sidigas, senza esclusioni.
WVP: Tutta la Segafredo, senza esclusioni.