Dopo la pausa nazionali l’onda lunga della Coppa Italia si infrange anche sul campionato. Vincono Torino, Brescia, Cantù e Cremona, finaliste e semifinaliste. Cade di nuovo Avellino, vince a stento Venezia, dilaga Milano contro Sassari.
Prosegue il momento magico della FIAT Torino che supera Capo D’Orlando 92-89 ma, ad essere onesti, senza brillare. Gli uomini di Galbiati (28 di un superlativo Sasha Vujacic) devono sudare fino all’ultimo tiro per avere la meglio dei siciliani, reduci da un ennesimo restyling che sembra poter portare a qualche cambiamento. Arriva comunque la nona sconfitta consecutiva contro una Torino cinica a conquistare e realizzare tanti tiri liberi nei minuti finali: ultimi dieci punti tutti dalla lunetta per i padroni di casa che vedono il tiro del pareggio di Likhodey spegnersi sul ferro e conquistano il quinto posto momentaneo in classifica a quota 24 punti.
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Sorride anche Brescia nel posticipo del lunedì. Vittoria tutto sommato tranquilla tra le mura amiche contro una Happy Brindisi in gara per 30’ e staccatasi solo nell’ultimo quarto. Trenta punti della coppia Michele Vitali-Brian Sacchetti. 18 di Landry per la Leonessa. 15 di Nic Moore per gli ospiti che pagano una pessima gestione del pallone (17 perse) e le percentuali al tiro da due (13/40). Brindisi resta terz’ultima a quota 12 punti. Brescia, al contrario, è sempre terza, appaiata a Avellino, che cade a Desio contro Cantù.
I brianzoli recuperano Randy Culpepper (11 punti in 29’ e i quattro tiri liberi del sorpasso nel minuto finale) e si portano a casa un altro scalpo prestigioso. Mattatore Jaime Smith con 20 punti. Ancora eccellente Charles Thomas: 16 con 4/5 da dietro l’arco. Secondo stop in fila dopo quello in Coppa, invece, per la Sidigas, che non ha i nervi saldi per chiudere la partita, nonostante cinque uomini in doppia cifra (18 Rich, 15+14 Fesenko). Cantù, con questo successo, si arrampica fino al settimo posto, seppur in numerosa coabitazione.
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A quota 20 con la Red October, infatti, c’è anche Cremona, che vince in uno dei due posticipi serali della domenica contro Pesaro. Tutto facile per gli uomini di Sacchetti, che spadroneggiano in attacco (92 punti realizzati) trascinati da Darius Johnson-Odom (25 e 7 assists) e Henry Sims (18+7 rimbalzi). Sempre più ultima la Vuelle, mai veramente con una chance di vittoria. 23 punti per Bertone, 21 per Mika.

La classifica dopo venti partite
Nell’altro posticipo domenicale successo in volata grazie a un miracolo sulla sirena di Austin Daye (20 punti in 23’) per Venezia, che supera 71-70 una mai doma Virtus Bologna (24 di Umeh, 19 Aradori), già senza Alessandro Gentile e rimasta orfana anche del fratello Stefano dopo poco. I lagunari confermano comunque di essere in un momento molto delicato e la vittoria non cancella certo una prestazione molto sotto tono, pur mantenendo gli oro-granata in vetta alla classifica assieme a Milano, straripante contro Sassari.
La preghiera di Daye viene accolta dagli Dei del Basket e Venezia batte Bologna!
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— Eurosport IT (@Eurosport_IT) March 4, 2018
In un match in stile All Star Game i lombardi rifilano un assurdo 116-93 al Banco di Sardegna, facendo divertire tutto il pubblico arrivato al Forum. Partita mai in discussione e spaccata definitivamente nel terzo quarto, dove le Scarpette Rosse hanno toccato anche vantaggi oltre i trenta punti. Sei uomini in doppia cifra per Pianigiani (19 Goudelock, 17 Gudaitis), 21 punti di Bostic per Sassari.
Nell’anticipo del sabato importante successo di Trento sul campo di Reggio, nonostante l’assenza di Jorge Gutierrez per infortunio. Decisivo un primo quarto da 27-11 per gli uomini di Buscaglia, con Shields (22+8 alla fine) mattatore. I trentini si prendono il 2-0 nello scontro diretto e sorpassano proprio la Grissin Bon (35 punti per la coppia Della Valle-Wright) in graduatoria, toccando loro pure quota 20.
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Infine, successo importante in chiave salvezza per Pistoia, che batte con autorità 74-65 Varese in seguito a una prova da 15/43 da tre punti. 20 i punti di Tyrus McGee per i toscani, che rispondono alla doppia doppia da 23+10 di Stan Okoye.
Nicolò Fiumi