Buscaglia: Congratulazioni alla squadra che ha vinto. Abbiamo fatto un bellissimo playoff, oggi magari siamo stati un po’ in ritardo tecnicamente e mentalmente ma non ha molto senso analizzarlo. Abbiamo fatto il massimo in ogni momento in tutto il percorso. Abbiamo fatto una gran finale e non per caso: giocando e crescendo sotto mille aspetti, ribaltando le partite, il fattore campo, giocando con le nostre chance di vittoria. Oggi se analizziamo la partita Milano ha fatto una partita solida, giocando bene, ribaltando il campo.
Abbiamo provato a fare delle fiammate sul -10, non ci siamo riusciti e a quel punto la partita si è fatta difficile ed è rimasta nelle loro mani. Su alcune cose non abbiamo impattato bene la partita, siamo stati costretti a rincorrere, però lo dico perché va detto ma oggi abbiamo fatto il massimo. Lo so perché conosco la squadra.
Non siamo riusciti ad essere aggressivi e Milano ha grandi qualità balistiche. Non abbiamo trovato le soluzioni giuste in alcune zone del campo, in transizione, questo ci ha fatto fare un po’ di fatica a metà campo. Hanno avuto più pazienza di noi nei momenti difficili della partita, loro sapevano che con Trento non si dorme tranquilli e l’esperienza di alcuni elementi è venuta fuori.
Sofferto la partita scorsa? Non sono uno studioso del subconscio ma ti dico di no. Ho visto più desiderio di fare meglio le cose, compattezza che rammarico per il minuto finale, dove avevamo rimontato e fare il nostro tiro per vincere. Non siamo riusciti ad impattare ma non è che fosse una questione fisica e mentale, non siamo riusciti a fare bene alcune cose. Quando dico “averne” non parlo di stanchezza, ma di aver fatto fatica tecnicamente e aver sempre inseguito.
Abbiamo fatto playoff di grande maturità. Abbiamo messo in difficoltà e lottato alla pari contro una squadra che partiva per vincere tutto. Siamo stati competitor, siamo ancora competitor.
Un bilancio stagionale? Un po’ presto per parlarne. Mi piace sottolineare come siamo riusciti a cambiare pelle, anche dentro le serie. Rimango? Lo ha detto il presidente, faccio quello che decide lui.
Pianigiani: Siamo molto contenti, questo è uno scudetto per cui va dato merito a Livio Proli ed Armani che hanno creato un club moderno, con cultura del lavoro dove si guarda a come si lavora giornalmente e non ad una palla che entra ed esce. Un gruppo di persone che sono dedite a questa cultura del lavoro, dico loro per ringraziare tutti quelli che lavorano all’Olimpia che mi hanno fatto lavorare bene dal primo giorno.
Una stagione molto dura, con questa formula dell’Eurolega che ti uccide, non ti permette di creare un vissuto facendoti giocare ogni due giorni. Noi volevamo creare delle fondamenta, costruire qualcosa ma non è facile con l’emotività dello sport e con qualcuno pronto a massacrarti perché le cose non si costruiscono in un giorno. La solidità del club ha aiutato tutti ad accorciare questi tempi, e nel momento di massima difficoltà con l’infortunio di Theodore la squadra è cresciuta. Sapevamo di avere margini di crescita, di dover crescere dentro i playoff e dentro le serie non avendo lo stesso staff tecnico da anni come magari Brescia e Trento.
Tutte quelle partite perse per dettagli in Eurolega, dove trovi il meglio al mondo fuori dall’NBA, ci hanno aiutato a crescere e noi lo abbiamo fatto nei playoff. Abbiamo giocato una pallacanestro molto bella, contro avversari veri e di qualità. Tutti sono concordi che il livello si sia alzato, con un equilibrio molto importante e quattro squadre che non avevano le coppe. E’ stato bello vedere che anche chi come Theodore ha lavorato molto per poi infortunarsi sul più bello e non trovare più spazio al rientro ha partecipato molto alla festa dei compagni. Partire da brave persone è il modo migliore per cominciare un progetto, è stato bello vedere tutte queste persone felici attorno.
Avevamo grande rispetto di Trento, dei suoi giocatori e del suo gioco, sapevamo come giocava e i campioni che aveva come Shields, giocatore di livello superiore. La mia squadra mi era comunque piaciuta sia in gara3 che in gara4, andando avanti sapevamo di poter cresce e penso che ci siamo meritati gara5. Shields ha fatto delle cose inumane, hanno anche preso dei rimbalzi su tiro libero ma siamo stati bravi a resistere. Poi sapevamo di poter venire qui a vincere, di adattarci ad una squadra così diversa e camaleontica. Comunque bravi a Trento, noi comunque eravamo fiduciosi di poter strappare una partita qui.
Quest’anno sono particolarmente felice, è stata un’annata speciale iniziata con il desiderio di lasciare subito un segno in Supercoppa. Una stagione in cui abbiamo resistito con grande durezza, mettendo il timbro su quello che è stato il primo anno di un progetto appena iniziato. Importante che questo non ci rilassi, la mentalità di un grande club europeo come questo è il pensare ogni giorno a cosa migliorare. Le vittorie sono incidenti felici, non devi farti travolgere dall’emotività di un momento ma cercare di fare sempre meglio. Il nostro lavoro non cambia se Goudelock non stoppa Sutton. Dopo una stagione così perdere il campionato mi avrebbe dato fastidio.
Un club come questo deve ogni anno non stravolgere ma puntellare vedendo le situazioni, quello che sarà il mercato. Vedendo come mettere benzina nuova, energia nuova, parlando con i giocatori e vedendo le loro aspettative. Comunque una base ci sarà e questo è importante. Bisogna dare un po’ di tempo per lavorare, dare continuità, non è semplice. La società ha dato la giusta tranquillità nel momento più difficile a dicembre, ci ha fatto notare come stavamo lavorando bene.
Sono andato alle Final4 di Eurolega e ho visto un grande rispetto nei nostri confronti, per il nostro lavoro, e l’ho detto ai miei giocatori.