A Palestrina si lavora per completare il roster per la prossima stagione ed è di oggi la notizia dell’under, il secondo in squadra, Alessandro Banchi che farà parte del team preneste.
Figlio d’arte del più famoso coach Luca, classe ’98, Alessandro Banchi cresce cestisticamente tra le giovanili della Mens Sana (scudetto U15M vinto), e dopo Livorno con la Don Bosco. Due anni e due finali nazionali disputate oltre al debutto in serie B, poi un ruolo da protagonista in serie C Gold e, lo scorso anno, arriva la chiamata di Giulianova di nuovo in serie B. Le sue prestazioni sono di livello, con quasi 30 minuti di utilizzo conditi anche qui da oltre 10 pt di media e 2.5 assist per i compagni.
Nelle scorse settimane si sono intensificati i contatti con Alessandro Banchi che ha accettato la corte di Palestrina, pronto a effettuare un ulteriore salto in avanti a livello personale e di riflesso in ambito di gruppo. Salgono a tre i “piccoli” già a disposizione di coach Ponticiello, affiancando alla coppia Rossi e Morici un atleta più giovane che potrà dare il giusto ricambio ed allungare le rotazioni in un torneo sfiancante e lunghissimo.
Tecnicamente Alessandro Banchi non ha solo doti di playmaking ma anche capacità di attaccare il ferro e col 33% colpire coi piedi oltre l’arco, un under che insomma ha già la stoffa per stare tra i grandi.
Alessandro ti aspettavi già quest’anno una chiamata importante come Palestrina e quali sono state le tue valutazioni quando si è presentata l’offerta?
“Speravo sinceramente in una chiamata di una società del calibro di Palestrina, una di quelle che hanno ambizioni e un gran passato, che avesse le mie stesse intenzioni di compiere un gran campionato. Palestrina è stata la prima a cercarmi e a volermi e per me è stato immediato accettare quest’offerta. Contento della scelta per cercare di vincere il più possibile!”
Conoscevi già coach Ponticiello e quanto influisce la sua presenza garanzia di crescita per i giovani?
“Ovviamente di fama lo conoscevo già, anche se non lo avevo mai incontrato prima di persona. L’anno che ha fatto a Napoli è stato importante, facendo crescere alla grande un giocatore come Nikolic, e mi ha spinto ulteriormente a tuffarmi in questa esperienza sicuro di trovare un allenatore attento a questi particolari e, dopo aver avuto l’occasione di parlarne con lui, prepararmi proprio ad un lavoro di questo tipo nei miei confronti.”
Come ti descriveresti nel tuo modo di giocare in campo e finora quali sono state le figure più importanti per la tua crescita?
“Come giocatore mi ritengo un playmaker che deve imparare a gestire i ritmi della gara abituato a prendersi responsabilità, avendo avuto l’occasione di accumulare minuti importanti nelle mie precedenti esperienze. Sono fiducioso e convinto che avrò il tempo per migliorare.
Tra le figure che più mi hanno aiutato in questi anni c’è il primo allenatore a Livorno che fu Andrea Da Prato, colui che mi ha insegnato a giocare a testa alta scegliendo più spesso di prendermi la palla anziché passarla sempre, e poi l’ultimo coach a Giulianova cioè Davide Tisato per avermi permesso di avere così tanto spazio in Serie B. Tra i giocatori in particolare Marco Perin fondamentale nel primo anno di B e Antonello Ricci con cui ho imparato lo spirito di competizione e la voglia di migliorarsi.”