Roma, 13 maggio 2019 – Eccoci dunque quì, è finita da meno di 24 ore una delle stagioni regolari più complesse della storia della Legabasket – LBA checchè ne dica l’esimio Presidente della Fip, Giovanni Petrucci, nelle more degli LBA Awards 2019 tenuti proprio oggi a Milano.
Una manifestazione questa degli LBA Awards 2019 che ha anche dato l’abbrivio alla presentazione dei prossimi Playoff 2019 però sempre grazie ad una classifica che mai come quest’anno è stata a rischio penalizzazioni, esautorazioni sino a ridisegnarsi in toto nelle zone basse della stessa con la clamorosa decisione di togliere ben 8 punti all’Auxiliun Torino (come se non bastasse, la Viola Reggio Calabria ha depositato da poche ore un nuovo ricorso alla Fip per la sua esclusione dai Playoff di Serie B…Dovremmo preoccuparci o no?), a favore suo malgrado della peggior OriOra Pistoia, sempre a livello di risultati, della sua giovane storia in Legabasket – LBA: retrocessione per Torino dunque a colpi di carta bollata e regolamenti in mano, sempre alla faccia del campionato regolarissimo!
Avremo tempo per ritornare su queste tematiche – nonostante vorremmo tanto farne a meno – intanto eccoci quì a scaldare i motori in attesa della fase più elettrizzante della stagione, quella in cui non si può e non si deve sbagliare, quella in cui si rimette tutto in gioco: leadership, credibilità, ambizioni e vittoria. Le fantastiche otto che si daranno battaglia da sabato 18 maggio sono arrivate a questi Playoff 2019 dopo aver disputato un campionato decisamente positivo ed essersi confermate, anche se per sei ottavi, le stesse squadre che si sono date battaglia alle Final Eight di Coppa Italia, disputatasi tra il 14 ed il 16 febbraio scorso a Firenze.
Le due escluse su otto dall’appello fiorentino che mancano, anche un pò clamorosamente a dirla tutta, sono due squadre storiche del nostro basket e cioè Openjobmetis Varese e Segafredo Virtus Bologna. Il caso ha poi voluto che ieri sera, nel corso dell’ultima giornata di campionato, s’incontrassero l’una contro l’altra al PalaDozza in una situazione quasi paradossale in cui le V Nere, battendo appunto Varese, han svolto nei confronti dei lombardi praticamente l’effetto sabbie mobili trascinandoli all’esclusione dai Playoff, loro che avevano già perso questa opportunità addirittura prima di scendere in campo. E per due delusioni che non disputano i Playoffs, di contro due sorprese di cui una non propriamente autentica direi.
Quando si parla infatti dell’Aquila Basket Trento non si può proprio parlare di autentica sorpresa. Dopo una partenza negativa quasi come due anni fa (0-5 in termini di sconfitte dalla prima giornata di questo campionato), e soprattutto dopo due Finali Scudetto disputate vs Venezia e Milano anche se perse, il team di Maurizio Buscaglia ha rimontato gara dopo gara dopo aver operato ovviamente dei cambi in seno al roster, richiamando a se come fatto con altri giocatori un certo Aaron Craft, motore propulsivo (12,3 p.ti/gara, 2 recuperi e 4,5 assist/gara, miglior difensore della LBA proprio oggi), di un congegno che ha anche visto la conferma in termini di leadership Toto Forray e la consacrazione di Devyn Marble a miglior realizzatore di squadra con i suoi 13,2 p.ti/gara.
Pertanto più che una sorpresa dopo la non partecipazione alle Final Eight di Coppa Italia, una consuetudine ormai certificata da parte della Dolomiti Energia Trentino quella di arrivare da dietro, di rincorsa ai Playoff 2019. La vera sorpresa invece è stata senza dubbio l’Alma Trieste di coach Eugenio Dalmasson che da neo-promossa in Legabasket – LBA (come la Germani Basket Brescia di due anni fa), si trova a disputare la post-season partendo dalla settima posizione in griglia e dopo un inizio neanche per lei positivo. Una squadra che ha costruito la sua stagione in casa, confortata e spronata dagli oltre 6.000 spettatori a gara che l’hanno incitata come non mai ma soprattutto con un roster affidabile, esperto, con tutti giocatori ben testati all’interno del nostro campionato e che han reso molto di più di quanto ci si aspettasse. Esemplare in quest’ottica la stagione di William Mosley, centrone ormai da diversi anni relegato a buon giocatore però monodimensionale da Serie A2 e scopertosi oggi ai piani alti giocatore in grado di poter competere molto bene in LBA. Ma ancora più esemplare è stato l’aver retto alle controversie giudiziarie del Presidente Luigi Scavone senza mollare il colpo, quindi un team mentalmente dritto come una barra d’acciaio! Ed occhio ai suoi tiratori dalla lunga: a Juan Manuel Fernandez che è il migliore in stagione regolare con il 48,3% e dietro di lui il suo compagno di squadra Jamarr Sanders con il 46,3%.
Per il resto, bene per queste sei squadre “attese” alla post-season dopo la Coppa Italia e come era prevedibile: Milano, Cremona, Venezia, Brindisi, Sassari ed Avellino. Tutte o quasi in buona forma, tutte in un buon crescendo di risultati o quasi ma attenzione però: ad inizio stagione che si qualificassero ai Playoff 2019 la Vanoli Cremona e l’Happy Casa Brindisi in quanti se lo aspettavano, in particolar modo il 2° posto dei biancocelesti di coach Meo Sacchetti? E che Avellino soffrisse così tanto al punto di traguardare i Playoff solo ieri, all’ultima giornata, sfruttando anche una Pistoia ormai satolla salva per procura?
Come sempre, la favorita naturale sarà l’AX Exchange Milano ma forse mai come questa stagione appare vulnerabile o, se preferite, meno imbattibile che in passato nonostante poi abbia dovuto anche segnare il passo come due anni fa, in semifinale, a favore della Dolomiti Energia Trentino. Squadra dal talento offensivo decisamente poco limitabile dalle sette avversarie in lizza, l’AX Exchange Milano ha accumulato però diverse tossine nel proprio organismo in una stagione densa come solo chi compete in Euroleague può accumulare. Ma non sono tanto le tossine fisiche a preoccupare quanto quelle mentali, in un roster che Simone Pianigiani non è oggettivamente riuscito a far ruotare come avrebbe dovuto e potuto nella ridda d’impegni sostenuti tra campionato ed appunto Euroleague, al punto che già ad oggi sappiamo ad esempio che al 90% Amedeo Della Valle, uno dei meno utilizzati dal coach senese in stagione, non ne vuole più sapere di restare un anno di più a Milano. Probabilmente l’Olimpia non dovrebbe avere nella Sidigas Avellino un avversario invalicabile, anche se i verdi d’Irpinia lo sgambetto gliel’hanno fatto a fine anno al PalaDelMauro ma era un’altra Avellino, ad esempio con un Caleb Green al top, adesso fuori per infortunio, ed un Kiefer Sykes indemoniato. Difficile quindi che Massimo Maffezzoli possa condurre i suoi alla vittoria nella Serie ma per come questa Milano mal digerisca difendere o quantomeno spendersi spalle a canestro è risaputo, potrebbe scapparci una sorpresa?
Una volta superato (eventualmente), lo scoglio Avellino, l’avversaria che dovrà impedire all’Olimpia di approdare alla sua Finale Scudetto uscirà fuori dalla sfida, molto intrigante, tra il Banco di Sardegna Sassari e l’Happy Casa Brindisi. I sardi stanno vivendo un momento da sollucchero, avendo ieri ritoccato il record di vittorie consecutive in campionato (ben 9), ma soprattutto stanno giocando in estrema confidenza e convinzione dei propri mezzi, anche durante la conquista della FIBA Europe Cup. I detrattori di Gianmarco Pozzecco, arrivato in panca proprio per l’inizio della Coppa Italia di Firenze, staranno osservando come i sardi producano un basket decisamente lineare, forse anche prevedibile ma al tempo stesso efficacissimo? Ma come, non si era sempre detto che il basket voluto dal Poz non garantisse proprio linearità ed efficacia ad oggi a nessuna delle squadre sin quì da lui allenate? Attenzione dunque a questa Sassari che sa sempre cosa fare, gioca sempre la palla migliore nel momento opportuno, raccatta molti rimbalzi e che se ritrovasse un Justin Carter superiore a quello che al momento non sta incantando, oltre ad avere uno dei migliori centri della LBA come Jack Cooley, potrebbe anche fare la sorpresa delle sorprese, senza tralasciare che sia arrivata sin quì con i diversi guai fisici accorsi ad esempio a gente come Scott Bamforth, fuori da ormai diversi mesi.
Ma bisogna prima battere l’Happy Casa Brindisi! La squadra allenata da Frank Vitucci ed assemblata da Simone Giofrè sta realmente stupendo tutti. Battuta in finale di Coppa Italia dalla Super Vanoli di Meo Sacchetti, l’Happy Casa Brindisi è ad oggi la squadra meno fisica delle otto finaliste ma è quella dotata di un elevato tasso tecnico ed atletico che compensano la minor fisicità ed i minori centimetri in dotazione alla carrozzeria del roster. Con soli tre giocatori oltre i 2 metri in altezza (John Brown, Tony Gaffney e Kuba Wojciechowski), Brindisi sembra essere composta da una serie di velocissimi e rapidi insetti alla Ant Man della Marvel Comics, ai quali da poco si è aggiunto Phil Greene IV (ingaggiato temendo che il rookie Wes Clarke non potesse riprendersi bene da un malanno alla caviglia, invece ieri sera…), e che ha visto finalmente l’esplosione definitiva a certi livelli di Ricky Moraschini (LBA Awards 2019). Una squadra quindi da non prendere sottogamba e che poi gioca adesso leggera, senza alcuna pressione ma con il solo desiderio di fare la storia del basket brindisino magari qualificandosi ad una semifinale scudetto per la prima volta.
Dall’altra parte del tabellone ci saranno invece la Super Vanoli Cremona opposta alla sorpresa Alma Trieste ed il derby del triveneto, ex-Finale Scudetto di due anni fa tra Umana Reyer Venezia e Dolomiti Energia Trentino. La Vanoli Cremona ammirata in questi mesi in teoria non dovrebbe avere grandi problemi nel battere la già citata Trieste se non fosse però che, proprio di recente il 31 marzo scorso, i lombardi han preso ben 17 punti scarto all’Allianz Dome dei Giuliani, gara in cui Travis Diener & Co. han avuto non pochi problemi ad arginare l’attacco avversario. Non appare perciò scontato che la Vanoli Cremona possa fare un sol boccone dell’Alma, potendo contare comunque su di una compattezza di squadra nettamente al di sopra delle parti, con Makong Mathiang uno dei miglior centri nel novero delle otto finaliste e soprattutto con l’MVP del campionato designato agli LBA Awards 2019, Wes Crawford. Serie quindi pro-Cremona, d’altronde secondo molti, Cremona potrebbe addirittura arrivare in Finale.
Ovviamente non la pensano allo stesso modo sia la Dolomiti Energia Trentino che soprattutto la Reyer Venezia. Ma se mentre abbiamo già espresso il nostro parere sul team bianconero, esaltandone comunque la capacità di resilienza e di rinascita dalle proprie (presunte) ceneri, per gli orogranata il discorso è differente. Sebbene potranno godere del fattore campo in un eventuale #Gara5, al momento i ragazzi di Walter De Raffaele stanno vivendo una fase di calo successivo anche alla Coppa Italia ed essendo stati eliminati al primo turno in Europa. Per carità, forse sarà anche una fase di stallo fisiologico ma le pause che ha vissuto in questo ultimo mese sono preoccupanti. Squadra pieno di talento offensivo ma non sempre connessa tra quello che occorrerebbe fare e quello che servirebbe fare in campo, l’Umana Reyer Venezia corre fortemente il rischio di uscire in questa Serie, specie se Austin Daye si continuasse a dimostrare indolente e poco prolifico. Certo, ci sono i punti fermi come Mitchell Watt, il migliore da due della LBA con uno stellare 70,1% e Michael Bramos che da tre è accreditato del 45,3%. Però, come tutti sanno, i Playoff sono sempre un’altra storia e la tensione fa fare errori che nella stagione regolare non si fanno. Comunque anche questo quarto di finale risulta essere abbastanza bilico con, a nostro avviso, un leggero favore del pronostico pro-Trento. Ma attenzione a sottovalutare la capacità di reazione di gente come MarQuez Haynes e soprattutto l’esperienza di Julyan Stone e la voglia di far bene di un nucleo tricolore intenzionato a lasciare l’impronta.
Fabrizio Noto/FRED