Sassari, 20 giugno 2019 – “Adesso vale tutto, se si vince 1-0 con un tiro libero va bene lo stesso!”. Le parole di Stefano Gentile al termine di #Gara6 di finale scudetto – vinta in casa dal Banco di Sardegna Dinamo Sassari sull’Umana Venezia 87 a 77 – c’è tutto l’imponderabile di una sfida sin qui bellissima ed imprevedibile come tutti speravamo e che ora è davvero giunta all’atto conclusivo, sabato sera al Taliercio di Mestre.
Sassari ha vinto di nuovo in casa perchè ancora una volta è riuscita a volgere la partita si binari che più le aggradano cioè quelli dei tanti possessi, dei ritmi di attacco alti e di una difesa che ha tolto a Venezia le sue linee di passaggio consuete ed i tempi per andare verso il canestro. Tutto questo però è accaduto nei secondi due quarti di gara perché nei venti minuti iniziali la macchina organizzata della Reyer era riuscita se non a dominare, perchè sarebbe il termine sbagliato, quanto meno a mettere la gara sul piano preferito: attacco scientificamente appoggiato sui tiratori, Bramos devastante, difesa fortissima e tanti rimbalzi offensivi. A tutto questo la Dinamo ha saputo opporre solo un Rashawan Thomas straripante ma anche molte palle perse per cui agli allunghi della Reyer – massimo più sette – ha sempre risposto con recuperi fino a meno due ma senza mai avere la spalla a fianco dell’ala americana che potesse dare il colpo decisivo per l’aggancio. Chiusura dei primi due quarti sul 34 a 40.
Tutta un’altra musica la Dinamo l’ha suonata appena uscita dagli spogliatoi per il terzo quarto. Due triple di McGee sin qui silente, ancora Thomas e due liberi di Smith hanno siglato l’aggancio a quota 46 dopo 3 minuti e 45 secondi di gioco e poi il primo sorpasso 30 secondi dopo sul 48 a 46. Punto a punto per un paio di minuti poi Sassari in piena trance agonistica e con tutti i suoi giocatori in partita è andata più cinque, 62 a 57 e non si è più voltata a guardarsi indietro. Il segnale che qualcosa fosse cambiato nella testa dei giocatori dell’Umana c’è stato negli ultimi 14 secondi del quarto quando con l’ultimo pallone in mano la squadra veneziana non è riuscita a trovare un tiro e la sirena è suonata mentre l’azione veneta si stava ancora dipanando.
E l’ultimo quarto per quanto combattuto sopratutto sotto canestro tra spintoni, braccia abbassate con forza, spintoni e quant’altro – a proposito per ora non si è visto un arbitraggio all’altezza delle finali – è stata ancora una sinfonia sarda con Spissu e compagni anche sul più 15, 75 a 60, con la perla di una schiacciata bellissima di McGee sulla testa di watt dopo un 1vs1 iniziato fuori area su De Nicolao.