Milano, 29 settembre 2019 – L’Olimpia Milano si presentava per la prima volta sul parquet del Mediolanum Forum di Assago a caccia di conferme dopo la convincente vittoria di Treviso nella giornata inaugurale di campionato.
Test non superato dagli uomini di coach Ettore Messina, che non riescono mai a trovare ritmo e pericolosità dall’arco dei tre punti contro una Germani Basket Brescia coriacea in difesa e abile a trovare la soluzione giusta in attacco nel momento decisivo della partita. 65-73 il risultato finale di uno scontro che consegna degli spunti di riflessione già indicativi sul futuro a breve termine della squadra biancorossa.
A partire dall`approccio al match: come in occasione del Torneo di Atene e della trasferta in terra veneta, Milano fatica a entrare subito nei giochi e a costruire tiri aperti per mettere in ritmo i propri tiratori. Il solo Shelvin Mack in regia non è riuscito a distribuire al meglio la manovra contro una difesa bresciana aggressiva sui cambi, pronta a chiudere il pitturato e a trasformare il contropiede in punti immediati al ferro, direttamente con i propri esterni o in seconda battuta con un Tyler Cain inarrestabile nella prima frazione, nella quale Milano è apparsa insolitamente morbida nella tenuta del 1vs1.
Meglio nel secondo quarto, quando la squadra di casa ha alzato i giri del motore in difesa con raddoppi e rotazioni difensive intense che le hanno finalmente aperto il campo, costringendo Brescia a raggiungere il bonus precocemente. Occasione sfruttata con lucidità da Micheal Roll, il migliore in campo tra i biancorossi, ma anche dal già citato Mack per trovare varchi tra le maglie un po più larghe della difesa di Brescia.
Nella ripresa Milano ha continuato a litigare con il canestro dalla distanza (2/21 il dato finale) premiando ulteriormente le scelte difensive di Esposito, utili anche a limitare la fantasia di Sergio Rodriguez, con i soli Roll e Tarczewski terminali offensivi “affidabili”, quest`ultimo uscito però sconfitto dalla battaglia a rimbalzo con il pari ruolo Cain. Milano ha provato a sorreggersi sulle sue certezze difensive per strappare i due punti, rimanendo attaccata nel punteggio, ma venendo punita delle triple decisive di David Moss e Ken Horton, frutto di una sapiente circolazione di palla innescata dalla regia di Luca Vitali
In una serata con pochi aspetti positivi, alcune sono le note veramente dolenti lasciate in eredità dalla sfida del Forum: in primis Aaron White. L`ala grande ex Zalgiris Kaunas è un cavallo da corsa bisognoso di corsie libere per sprigionare la sua potenza, ma la transizione milanese non ha propriamente la velocità di una Mercedes e lui sembra risentirne più degli altri. Troppo spesso titubante e senza soluzioni, a oggi ancora non e’ riuscito a entrare nel sistema di Messina. Corpo estraneo in attesa di serate di evasione.
Il contributo dalla panchina, chiave di volta contro Treviso, non ha rabboccato benzina in un serbatoio già a secco e ha spinto il coach milanese a rotazioni meno equilibrate. I 30 minuti di Brooks e Mack, i 29 di Roll e i 28 di Tarczewski sono conseguenza probabilmente indesiderata alla vigilia di un debutto europeo contro il Bayern Monaco che si preannuncia tirato dall`inizio alla fine.
La presenza dei lunghi, elemento critico alla vigilia contro un pacchetto solido come quello bresciano, sia con Cain al centro del villaggio sia con assetti meno convenzionali formati dalla convivenza di Horton con uno tra Sacchetti e Zerini da centro, è stata insufficiente. Kaleb Tarczewski si è reso protagonista di due belle giocate nel pick and roll con Rodriguez e ha provato a essere un riferimento offensivo lottando contro una difesa che ha concesso poco sfogo alla sua forza nelle situazioni di ricezione dinamica. Nell`altra metà del campo, spesso si è trovato nella terra di nessuno lasciando terreno fertile alle manovre dell`ex Varese, mentre Paul Biligha non ha lasciato tracce negli 11 minuti spesi sul parquet. Poco considerato che, giovedì prossimo, i metri di paragone saranno Greg Monroe e Mathias Lessort.
Assenti i lungodegenti Nedovic e Gudaitis, colpito dalla lombalgia Vladimir Micov, Milano si è ritrovata senza dubbio depauperata di buona parte della propria pericolosita’ offensiva. Premesso che non si vuole fornire alibi che nemmeno Coach Messina ricerca, e che è ancora molto presto per dare dei giudizi con aloni di definitivita’ attendendo il ritorno dei citati, quanto potra’ pesare mettere sulle spalle di Rodriguez gran parte delle responsabilità in attacco, pensando che la maggior parte delle squadre europee dispongono di almeno due-tre bocche da fuoco dotate di notevole pericolosità potenziale? È tema di discussione che potrebbe accompagnare costantemente la stagione meneghina.
Archiviato il campionato, Milano si tuffa nella sua nuova campagna di Eurolega. Primo avversario il rinnovato Bayern Monaco campione di Germania, magari con un Luis Scola in più nel motore. Il recente vicecampione del mondo con la “camiseta” della Nazionale Argentina è stato annunciato da Ettore Messina al termine della conferenza stampa. A dispetto dei suoi 39 anni, potrà dispensare tutta la sua classe dando una dimensione nuova di post basso che sembra mancare al reparto lunghi milanese, oltre a un carisma senza eguali.
Fonti foto: Alessandro De Giorgio, Simone Lucarelli
Francesco Sacco