Roma, 22 novembre 2019 – Il basket italico omaggia se stesso quando parla dei suoi campioni, attuali e passati. Chi dei nostri lettori non ricorda le gesta epiche di Dino Meneghin, il pivot simbolo del basket nostrano di tanti anni fa prima alla Pallacanestro Varese (ex Ignis, poi Mobilgirgi Varese), e poi Milano (Olimpia, of course…). Pochi giorni fa la sua maglia è stata “ritirata” come dire che il suo numero 11 sulle spalle non sarà più assegnato ad alcun giocatore della stessa Olimpia Milano.
E ci mancherebbe! Questo nel basket mondiale si usa fare per dare memoria e riconoscenza ai più forti giocatori viventi che hanno concluso con l’attività da qualche anno. Dino Meneghin con addosso la sua maglia numero 11 ha vinto 12 scudetti e 7 Coppe dei Campioni (meglio di lui a Milano soltanto i vari Cesare Rubini, Sandro Gamba, Renzo Bariviera e Sandro Riminucci, che ne hanno vinti una ventina).
Ma il basket Italiano non vive di soli – bei – ricordi in bianco e nero…Allora non c’erano le riviste patinate od i siti web specializzati di basket ed oggi lo stato di salute della pallacanestro italiana lo si può anche esaminare dal punto di vista delle strategie digitali che le varie società sportive mettono in campo per raggiungere i loro tifosi più giovani.
Stiamo parlando delle official apps offerte dai club ai rispettivi tifosi digital: va detto subito che se aumentano a vista d’occhio i tifosi giovani e giovanissimi che ragionano secondo un paradigma digital e social (”…E’ la modernità, bellezza, e tu non puoi farci niente!”); con queste macchine infernali i tifosi oggi sono sempre avanti con le notizie sui loro beniamini, gli uffici stampa comunicano e dopo pochi minuti i tifosi sanno già tutto su orari delle partite, formazioni, infortuni e chi più ne ha più ne metta.
Tuttavia non scompaiono i vecchi tifosi, quelli che si informavano con le radio locali o la tv del posto sulle novità della loro squadra e tra questi i veri e propri “vate di quartiere”, personaggi mitologici che incontravi nelle palestre e presso gli oratori del quartiere. Erano preparatissimi nonchè sempre attenti a darti le informazioni più succulente (inside) riguardo la tua squadra: “…Abbiamo comperato questo giocatore…Si è fatto male quell’altro…I biglietti li compri li…Fanno lo sconto ai piccoli …”, e cosi via. Insomma, una miriade di piccole informazioni che acquisivi da queste preziosissime figure tipo Piccola Vedetta Lombarda, tirando in ballo il De Amicis sul libro Cuore.
Oggi dicevamo ci sono i social media ai quali non faremo pubblicità menzionandoli qui, si sappia però che sono loro i più importanti canali per promuovere il proprio brand (immagine e marchio) ed intrattenere la fanbase (i tifosi più affezionati). Queste piattaforme mobili risultano essere strumenti ancor più strategici per le organizzazioni sportive per dare maggiore visibilità ai rispettivi sponsor i quali hanno bisogno di profilare (conoscere le abitudini), dei tifosi in funzione della loro capacità di acquisto. Ecco come le frontiere del conoscere i tifosi in modo più verticale si spostano ed a volte ci invadono.
Un lavoro discreto e sempre puntuale poi lo fanno le webzines moderne e qui tanti tanti lettori e lettrici di ogni età, generazione cestistica e cultura si abbeverano al sito web che per eleganza non citiamo, ma ci siete sopra diamine!
Infine ci sono i club della pallacanestro nostrana, che si sono mossi per dare ai fan uno strumento per vivere ancora più da vicino la propria passione per la squadra amata e tra i 47 club, non ci crederete, sono avanti quelli che rappresentano le provincie più piccole del nostro amato sud.
Brindisi ad esempio, una vera e propria realtà a se stante, con la cittadina intera che alla domenica svuota le strade per andare al Palapentassuglia, il palazzetto dello Sport dove ammirare “Giovanni Marrone” od “Adriano Dè Banchi”, magari per dimenticare le cose negative della vita. Segue poi Roseto degli Abbruzzi e Giulianova o Teramo, con la costa marina fitta di playground fronte mare ed arrosticini da grigliare per premio. Per non parlare poi delle belle realtà siciliane come Agrigento, Capo D’Orlando e Trapani anche esse con la funzione altamente sociale ma nessuna di queste mai potrà raggiungere la realtà di Bologna, denominata ormai Basket City da sempre. Perché nella città delle due torri, li dove è nata la più antica università del mdonso e per questo Alma Mater Studiorum (A.D. 1088, in pieno medioevo anche se Parma dicono sia più vecchiotta ancora), tutti ne sanno di basket con competenza elevatissima. Vai tu a capire il perché!
Nella città felsinea la base tifosi vede il 70% dei cittadini profondamente innamorati della loro Virtus o se preferite le V nere, ed il restante 30% dell’altra parte, la Fortitudo Bologna, meglio conosciute come le Aquile biancoazzurre. Recentemente è uscito un dato in materia, in quel di Bologna: la capacità aggregativa dei tifosi delle V Nere è superiore a quella di molte squadre di calcio italiane messe insieme!
E questo è presto fatto se è vero che i tifosi della Virtus Bologna sono sparsi lungo tutto lo stivale e non solo. E se non è un dato bellissimo questo, non so davvero che altro!
Gabriele coachGab Marini