La trasferta di Tel Aviv lascia un retrogusto amaro all`A|X Armani Exchange di Ettore Messina, a conclusione di un doppio turno di Eurolega che la lascia a secco di vittorie e nuovamente in apnea, ai confini della zona playoff.
Infatti, come a Kaliningrad contro il CSKA Mosca, Milano ha avuto un paio di possessi offensivi per provare a cambiare il destino del finale di partita, ma ancora una volta li ha sprecati malamente in conclusioni affrettate, se non completamente in emergenza.
Non sarebbe stata una vittoria meritata per quanto visto sul parquet, ma che tanto avrebbe fatto al morale di tutto il gruppo in un momento in cui bisogna compattarsi e stringere i denti, tra infortuni in ruoli delicati, conclusioni di rapporti mai nati (Mack e White), ed una squadra che fa una fatica matta a collocarsi sulla stessa lunghezza d`onda delle richieste del proprio coach.
D`altro canto però, Milano doveva fare i conti contro un avversario da Final Four nel peggiore momento possibile ed è stata capace di rimanere dentro la partita pur con le poche armi a disposizione e tra le mille difficoltà del periodo per cui non tutto è da buttare e abbassare la testa sarebbe la cosa più sbagliata da fare.
Tuttavia, la sfida della Menora Mivtachim Arena consegna degli interrogativi ineludibili.
Primo fra tutti: se, ad inizio stagione, Ettore Messina aveva comprensibilmente individuato in Sergio Rodriguez l`autista del pullman biancorosso, come potrà proseguire il viaggio europeo se lo spagnolo cerca così poco i compagni e si produce in una serie infinita di palleggi, che non muovono la difesa avversaria e portano ripetute conclusioni forzate a fil di sirena?
Prestazioni di questo tipo non rappresentano nemmeno un`eccezione da diverse settimane. Così si pone il quesito: che la fiducia del Chacho nei compagni e nelle potenzialità della squadra sia in calo, così come avvenuto, con altri protagonisti, nella stagione precedente?
Allo stesso tempo, per quanto tempo il resto della squadra può rifugiarsi dietro la grande personalità di un campione? Per quanto si crede di poter sopravvivere in una Lega di eccellenza con la forza della spinta di un “salvatore della patria”?
Il recente passato dovrebbe essere stato grande insegnamento e lo stesso Maccabi, in grado di trovare sempre nuovi protagonisti al fianco di Scottie Wilbekin, dimostra come sia fondamentale avere pericolosità in tutti i ruoli per non risultare prevedibili e obbligare le difese a compiere scelte critiche.
È giunto il momento che ognuno faccia un passo avanti e si prenda le proprie responsabilità per far emergere il collettivo, come si auspicava al momento della costruzione della squadra in estate. Aldilà del numero dei punti segnati o dei tiri presi, è necessario vedere sempre le stesse facce e lo stesso spirito di iniziativa. Più si andrà avanti con la stagione, più ogni singolo possesso diventerà decisivo e non saranno ammessi sbalzi di rendimento e approcci sbagliati alle partite.
Anche perché pure le prime linee danno segnali di cedimento preoccupanti. Detto di Rodriguez, il professor Micov paga le assenze di Brooks e Moraschini oltre al chilometraggio e Scola pare lontano parente del giocatore che ha incantato nei primi due mesi di stagione.
A proposito dell`argentino, arrivato come esempio vivente per tutti e risorsa da valorizzare con minutaggi chirurgici. Per quanto tempo si intende lasciarlo pressoché solo a sorreggere il peso del ruolo di ala grande, dopo essere stato penalizzato dalla lunga latitanza di White? E poi: perché lo vediamo gravitare e ricevere il pallone ormai solo a 7 metri dal ferro, come se fosse un 4 perimetrale puro?
Per quanto Biligha sia encomiabile per generosità, risultando ampiamente il migliore dei suoi ed eroico a tratti, ha delle mancanze piuttosto evidenti nella metà campo offensiva per risultare soluzione proponibile con continuità a questi livelli.
Argomento a esso collegato: perché Milano fa arrivare il pallone pochissimo al proprio centro in post basso, anche nelle occasioni in cui si presenta un mismatch chiaramente favorevole? Il gioco dell`Olimpia risulta così carente di profondità e dipendente dalle invenzioni degli esterni partendo da molto lontano rispetto al canestro.
Altro problema atavico per la squadra di Messina è legato a una transizione difensiva decisamente deficitaria. Stasera Wilbekin e, soprattutto, Dorsey hanno ampiamente sfruttato la situazione producendo diverse triple spaccagambe e costruendo i presupposti per le seconde opportunità grazie ai rimbalzi di un monumentale Othello Hunter.
È aspetto su cui si può lavorare solamente con un equilibrio complessivo dato da una migliore selezione dei tiri in attacco e, quindi, del controllo del ritmo-partita o ci sono ulteriori margini di lavoro? Soprattutto su campi così caldi, è aspetto fondamentale.
Per il resto, poco sembra imputabile a una squadra che mostra una apprezzabilissima volontà di non mollare mai e di resistere. I limiti fisici e atletici del roster sono noti e tolgono tanto nella pallacanestro attuale e con un calendario così fitto.
Tuttavia, poco si può fare per riparare in corsa e sarà spunto di riflessione in vista della costruzione della squadra per la stagione seguente, correggendo gli errori di un mercato estivo in cui, forse, si è persa un po’ di vista la direzione del gioco di oggi nella comunque necessaria ricerca di giocatori che fossero maestri, esempi, modelli di riferimento per la costruzione di una mentalita’ e cultura del lavoro agli esordi di un nuovo progetto.
Olimpia che torna in apnea, dunque, e attesa dalla partita contro il Fenerbahce, che è diventata autentico scontro diretto per l`ottavo posto ricordando la gara d’andata. Molta più pressione rispetto agli anni precedenti per una sfida che non si può più sbagliare. Ricordate il discorso di Messina sugli uomini e i bambini? Ecco…
Nel frattempo, il road trip biancorosso proseguirà domenica sera in casa della Germani Basket Brescia, con in palio la terza posizione della LBA.
Francesco Sacco
@sacco94