Ho questa notizia da almeno due settimane, da quando ho incontrato per strada, vicino alla via Emilia, un informatore, un sabato sera, direi.
Spesso registro di nascosto, è lecito, per conservare una prova, la traccia di una conversazione, il problema è che ogni tanto pubblico le chiacchierate, più o meno banali, di sicuro private. A volte non si capisce chi parli, non c’è nulla di particolare, altre volte il tema è molto interessante.
Dunque, dicevo, incrocio per caso in macchina l’informatore, lui a piedi, e parliamo di basket.
In estate sono usciti due soci dalla Pallacanestro Reggiana, Andrea Baroni e Stefano Landi, il patron era presente dal ’99 e già tre anni fa aveva manifestato l’intenzione di lasciare, il 29enne mi sembrava molto motivato.
Ora le quote sono quasi tutte della presidente Veronica Bartoli, signora allenata e abbronzata, dai polpacci definiti, molto volitiva, al suo fianco il 69enne di Scandiano Graziano Sassi, che spesso ospita la presentazione dei biancorossi nella sua azienda ed Enrico Sampietro, reggiano, ex pivot fra i dilettanti, professionista di successo, entrambi con quote di minoranza.
Andrea Baroni ci raccontò la sua storia per 40 minuti un anno e mezzo fa su YouTube, come sempre con Skype. Sei mesi più tardi, tuttavia, scrisse alla piattaforma per farci levare i tre video: “Ha violato la privacy”. C’era stato il massimo rispetto. Abbiamo salvato quei tre contributi, magari li ripubblicheremo. Semplicemente, a 28 anni aveva piacere di raccontare e raccontarsi, di ricordare il papà morto in incidente aereo e l’azienda, la famiglia e l’imprenditoria, con sede a Ruote da Sogno, dove vennero presentati alcuni biancorossi.
Poi, però, lui o i suoi collaboratori gli fecero cambiare idea, YouTube gli ha dato ragione, quei 3 video sono spariti, è rimasta la mia rabbia, in senso letterale, e gliel’ho fatta comprendere a ferragosto, per la presentazione di questa stagione.
“Avresti chiesto al Corriere della sera di levare il colloquio?”. “A questa domanda non saprei risponderti”.
E’ il dilemma di sempre, da quando ho perso le collaborazioni nazionali, quasi tutte, per il piacere di approfondire, ovvero i grandi interlocutori dicono: “Vanni, con tutta la simpatia, sei anche bravo, ma io perchè dovrei buttare via la mia storia per un blog?”.
Vannizagnoli.it è testata, io sono giornalista professionista, lavoro gratis e a mie spese, dal giornalismo in un anno, dall’estate, introiterò non più 500-1.000 euro l’anno, da cui levare le spese. Meglio, ovviamente, chi mette in mezzo sponsor e bellezza, fascino e savoir faire, sguardi ammiccanti e domande tese a esaltare il personaggio, insomma la cosa migliore è essere addetti stampa occulti e aggiunti.
Per esempio, anni fa, a una conferenza stampa della Pallacanestro Reggiana abbiamo chiesto della crisi della Landi, l’azienda di Stefano, Filippo Barozzi, allora solo team manager, rispose, ma poi ci disse: “Per oggi hai combinato abbastanza casini”.
Nel gioco delle parti, mai fare le domande vere, non diciamo scomode, le domande sui temi di reale attualità, ovvero se Landi e o Ferrarini non vogliono più investire, che ne sarà della società di basket? Quali riverberi sui biancorossi?
Al più si può fare un articolo a parte, o in tv un commento, a parte, mai mischiare i generi, mai mettere in difficoltà imprenditori che pagano, per alimentare la passione di una città. Pagano, in realtà poco, perchè 200mila euro l’anno sono nulla, pagano ma ricevono in cambio un bel ritorno di immagine, anche professionale, anche di affari. Soprattutto si appagano nella visibilità, nel piacere di contare, di diventare qualcuno. Perchè Veronica era sconosciuta, sino alla primavera del 2020, e oggi invece parla con tutti, anzi è lei a portarci via persino il fisioterapista che intervistiamo: “Dobbiamo andare a cena”, ci fa dire.
Ecco, ma come hanno operato le signore nel ruolo di dirigenti nello sport?
La nostra esperienza in Emilia Romagna ci fa dire che sono intransigenti, decise e che amano attorniarsi di yesman, amano essere loro la società, ma che magari non sanno governarla.
Catia Pedrini ci impedisce di entrare al volley Modena persino con il biglietto comprato, non solo nega l’accredito a vannizagnoli.it e anche quando arriva da testate regionali o nazionali.
Alicia Richter Piazza era stata vicepresidente della Reggiana calcio, per due stagioni. C’è un suo video di un quarto d’ora in cui si vede come mamma l’ha fatta, da venerdì sera, appunto, da amici. Rientra in quello sballo, quella energia contagiosa, gli aperitivi e i falsi sorrisi, le amicizie di comodo.
Dunque, le donne. Maria Licia Ferrarini. Alla presentazione di Markoishvili ce lo allontanò, dopo, dal momento che volevamo raccontare la Georgia, con lui. L’approfondimento è vietato, con chiunque, interveniva anche Alessandro Frosini a interrompere le nostre interviste: “L’hai già fatta”, ovunque, qualunquemente.
Kiss me Licia, come un famoso cartone giapponese. A Reggio Emilia, vicino a piazza del Monte, c’era una sua gigantografia, elegante, gliela segnalammo: “Me l’ha chiesta un’amica”. Poi la levò.
Lo stile e il fascino, la bellezza e l’essere conturbanti. Le donne nello sport e nella vita, soprattutto le bellissime come Catia, Licia e Veronica portano appunto la loro grazia, ma mica è detto che siano manager efficaci aldilà dei successi, dei trofei.
“Veronica non ha esperienza di basket, neanche di azienda, poichè nella sua decideva il padre”, è la tesi del nostro informatore di quella sera per le strade di Reggio.
Veniamo a sapere che Andrea Baroni voleva l’azionariato popolare, in Italia è stato fatto solo raramente, in serie C, di calcio, all’Ancona, e in poche altre società, ma è affascinante. Comunque, la Virtus aveva 27 soci, Varese mi pare 25. Veronica però non ama quella soluzione: “Non voglio avere come socio il tabaccaio di Bagnolo in Piano”.
Non ricordo se dopo la salvezza o in estate, Veronica voleva licenziare Attilio Caja per la sua versione di artiglio, aveva pronunciato una frase su Andrea Menozzi, il reggiano responsabile del settore giovanile, una frase che non sappiamo, fonte sempre la stessa. Allora Veronica si era impuntata, saranno intervenuti anche Alessandro Dalla Salda, Amministratore Delegato e Barozzi, e gli altri soci, a tranquillizzarla. Sono situazioni di campo.
Veronica non è certo esperta di basket nè di sport, certo è una signora conturbante, con bei capelli, sicura di sè. Veronica ha ceduto l’attività di famiglia, nel basket si realizza come imprenditrice e donna e personaggio. Veronica è la donna più in vista di Reggio Emilia e provincia, ora, ma non ha mai gestito una società sportiva, non conosce certo gli allenatori, il gioco, lo spogliatoio.
Andrea Baroni voleva occuparsi del settore giovanile, da ex atleta, da ex playmaker e questo faceva.
Andrea Baroni era un bel socio, importante, in prospettiva, a 29 anni, potrebbe essere il vicepresidente ideale, il secondo socio per peso economico e incidenza, è stato giocatore e vive lo sport, lo spogliatoio, ha idee, meritava un’attenzione superiore.
Le donne al potere? Ottimo, purtroppo alcune si atteggiano a wags. Catia Pedrini, appunto, colpisce per i capelli, adesso bianchi, prima biondi, per gli occhiali da vamp, per il suo piacersi. Io, vannizagnoli.it, preferisco ragazze e ragazzine, donne e anziane più sobrie, meno al centro dell’attenzione.
Detto questo, grazie ad Andrea Baroni e grazie anche a Veronica Bartoli. Che al limite potrebbe rifiutare a vannizagnoli.it l’accredito, per le prossime partite. Per questa stagione, non sarebbe un grande problema, poichè non sappiamo quando Reggio Emilia tornerà al PalaBigi, a Bologna siamo andati per un mercoledì di coppa, se e quando torneremo, sarà solo per raccontare la società ospite.
Grazie a Veronica per esserci, a Enrico, a Graziano. E’ bella una Reggio Emilia sempre in coppa, anche soltanto nella 4^ per importanza in Europa, è bella una Reggio sempre salva dal 2012 in poi in LBA.
Grazie al direttore Fabrizio Noto per la libertà intellettuale, la fiducia cieca. Questo è un retroscena di lusso, le testate di Reggio Emilia lo ignoreranno per boicottare vannizagnoli.it, avviene da anni. Grazie All-Around.net, allora.
Aspettiamo grandi testate, grandi inviati a Reggio Emilia, a raccontare l’intimismo dei campioni. Memorabile quando Max Menetti, direi alla vigilia della sua ultima stagione nella nostra città, ci ammonì:
“Vanni, l’intervista come vuoi tu te la farò quando sarai per la Gazzetta dello sport”.
Impossibile, perchè l’ha c’è Francesco Pioppi, alimentato da Andrea Tosi, e perchè neanche su Tuttosport sono più, dopo 25 anni, fermato per i due accrediti ritirati. Ufficialmente per avere filmato tifosi, durante una partita dell’Atalanta e durante Reggiana-Torino di basket, in realtà per evitare le mie domande vere, in conferenza stampa.
“Lasciamo il coach alle tv”. Anche quando non ci sono. Basta impedirci di porre domande non sulla partita. Per gli approfondimenti, bisogna che ne valga la pena. Solo Carlino e Gazzetta, di Reggio, Telereggio o Teletricolore, reggioline o reggiosera, reggioreport di meno.
E allora, viva All-Around.net, da un All-Around.net del disturbo. Vannizagnoli.it.