Valencia, 20 marzo 2022 – In un caldissimo e passionale Pabellon Municipal Fuente de San Luis, comunemente chiamato La Fonteta di Valencia, le Dieci “leonesse” dell’Umana Reyer Venezia ribaltano il -4 dell’andata (57-61 il passivo) e conquistano l’accesso alle Final Four della seconda competizione continentale FIBA femminile, 67-75 il finale (per un complessivo 128-132)!
Una prestazione superba condotta con grande orgoglio e determinazione dalla squadra di coach Andrea Mazzon, per niente spaventate dal tifo e dal calore del pubblico spagnolo.
Come si suol dire… la vendetta è un piatto che va servito freddo, perchè le ragazze di coach Andrea Mazzon hanno “vendicato” la sconfitta di un anno fa quando nell’arena ungherese di Szekszard Varosi Sportcsarnok la squadra femminile allenata da coach Giampiero Ticchi soccombette per 81-82 contro la stessa Valencia con la beffa atroce dei tiri liberi a tempo scaduto di Raquel Carrera Quintana che consegnarono il trofeo alla compagine iberica sulla Reyer.
Una partenza a gas delle ragazze orogranata volate sul massimo divario di +11 (23-34 al 12′, 31-42 al 14′), sempre davanti nel match di ritorno, tranne che nel frangente di terzo quarto quando Valencia ha messo il naso avanti, ma la Reyer Venezia non si è mai scomposta; rispetto a martedì scorso le Leonesse orogranata hanno avuto nel finale di partita più benzina e più energia, trascinate nel finale da Yvonne Anderson (il canestro a 32″4 dalla fine con fallo aggiuntivo e libero realizzato nel momento più teso dell’incontro) ed hanno messo la freccia decisiva, grazie anche ai liberi di Kayla Thornton su tentativo di fallo sistematico spagnolo.
Valencia Basket vs Umana Reyer Venezia 67-75
Parziali: 21-29; 20-15; 13-14; 13-17.
Progressione: 21-29; 41-44; 54-58; 67-75.
Le Pagelle
Umana Reyer Venezia
Martina Bestagno 7: tanta presenza a rimbalzo per la capitana ligure dove lotta a sportellate, va in difficoltà su Trahan-Davis ma ci mette il corpo in più situazioni, e va benissimo così nonostante basse % al tiro.
Debora Carangelo 6,5: lotta e subisce colpi da tutte le parti del campo, ma si rialza sempre. Gioca tanti minuti non arretrando di un singolo centimetro. L’1/6 dal campo non le rende giustizia.
Kayla Bonica Thornton 7,5: difende su tutti i ruoli, ci mette agonismo, intensità e tanta, tanta voglia. E’ decisiva con il 3/4 dalla lunetta nei secondi finali del match, chiude con 18 punti e 7 rimbalzi catturati
Yvonne Anderson 8: segna 9 punti nel primo quarto di una fattura incredibile, poi cala un po’ causa falli commessi, ma non smette assolutamente di attaccare il ferro e quindi di segnare. Quel 2+1 a 32″4 dalla fine che vale vittoria e Final Four sa di coronamento bellissimo per le orogranata in un match concluso personalmente con 23 punti e 6 rimbalzi per la “Keith Langford in gonnella” (cit.).
Gintare Petronyte 6,5: la lunga lituana ancora non al meglio delle condizioni fisiche che usa le sue lunghe leve sotto-canestro. Gioca solo 6’28”.
Sara Madera 6: non un match adatto a lei, si perde qualche rimbalzo sotto i tabelloni. Dovrà rifarsi assolutamente.
Giovanna Elena Smorto 7: segna subito una tripla dall’angolo, mette un po’ di ruvidezza (anche troppo con l’antisportivo sanzionato a inizio secondo quarto) e cerca di andare su tutti i palloni vaganti come un pivot senza nessuna paura. La sua tripla a 6’57” per il momentaneo +8 vale tantissimo, ma la sua perdita di marcatura su una tripla di Allen negli ultimi 5′ di match fa capire Mazzon di sostituirla, lei accetta di buon grado.
Beatrice Attura 6,5: inizia benissimo senza alcun timore reverenziale, morde le caviglie delle avversarie, ma gioca solo 12′
Elisa Penna SV: 4′ giocati per un assist alla tripla di Smorto e un fallo commesso.
Astou Ndour 6,5: fatica ad accendersi in attacco e in difesa soffre troppo nel contenere Marie Guelich – soprattutto nel primo tempo -, va completamente a sprazzi ma quando deve prendere un rimbalzo e segnare in post basso per il canestro del momentaneo 62-69 seguito a un suo errore, ci riesce. Chiude con un 2/9, 8 punti e 6 rimbalzi catturati.