Come sono lontani i tempi in cui l’Olimpia Milano non difendeva e basta ma riusciva a segnare una quantità di punti a tabellino che definirei normale e fisiologica data la considerevole quantità di talento a disposizione.
E lontana è anche la data dell’8 febbraio scorso, quando i biancorossi vennero in Lituania per portarsi a casa i due punti, e così andò, con perentorietà e piglio da grande squadra.
Quest’anno invece lo Zalgiris si sta confermando come da tradizione una bestia nera per le italiane. Dopo aver punito la Virtus Bologna, è toccato ad un Olimpia giunta al quarto stop consecutivo in Eurolega che ha mostrato delle problematiche che lasciano grossi dubbi e preoccupazioni per il futuro
In primis l’attacco: 24 punti segnati nei primi 20′ di gioco, 39 dopo tre quarti ed in generale una sensazione di una squadra con dei difetti strutturali importanti che lo staff tecnico finora fa fatica a nascondere.
Si parte dalla questione Pangos. L’ex Zenit non è un giocatore da pick’n’roll e quindi non è il sostituto del Chacho nonostante sia alto uguale e con lo stesso colore della pelle. Deve giocare in un altro sistema per rendere al meglio come ha dimostrato a San Pietroburgo.
Forse non ha compagni adatti al suo stile di gioco, ad esempio, tutti i lunghi tranne Davies sono giocatori da pick’n’roll o pick’n’pop ma nessuno di loro è un atleta di livello top.
Si fa fatica a tramutare in punti la mole di gioco creata, perché nessuno tranne Mitrou Long sa prendere vantaggio sull’avversario, e quindi stiamo assistendo a tante forzature sia da parte dello stesso Pangos che di Davon Hall, spesso dal palleggio senza mettere in ritmo gli altri.
Le percentuali da prefisso telefonico hanno accertato che non si può andare avanti così, in Eurolega non hanno pietà ed il rischio è quello di perderne tante, troppe.
Un altro problema grosso è poi proprio Hall. Lontano parente del giocatore dello scorso anno, inizierei a domandarmi: quello vero quale è? Forse deve solo ritrovare brillantezza atletica, o forse più fiducia in se stesso? La mancanza di Shields non può bastare come scusante, già l’anno scorso ebbe un lungo bacino di carenaggio…
Da Hall passiamo a Davies, rinforzo arrivato in pompa magna dal Barcellona dopo anni ad alto livello che non ha ancora ingranato a pieno regime. Troppo incostante ed inaffidabile, non si sa mai cosa aspettarsi da lui. La squadra non sfrutta il suo tiro frontale e le sue partenze fronte a canestro che sarebbe la parte migliore del repertorio.
Insiste nel dargli la palla in post basso da fermo, continuo a dire che non è una scelta che paga, e i fatti son lì da vedere. E la stessa cosa vale per DeShaun Thomas anche se con dei distinguo. Lui ormai temo che da 3 non ci possa più giocare, ha perso gran parte dell’atletismo per farlo e fa troppa fatica in difesa.
Stasera l’ho visto arrancare, sembra faccia proprio fatica a correre, in transizione difensiva contro una squadra vispa ma non certo i Lakers di Magic e Byron Scott. Ogni partita che passa mi lascia sempre più perplesso, e vista la scelta di dare ampio spazio ad Alviti vedo che non sono l’unico.
Questi i problemi principali oltre ai maledetti infortuni che stanno tenendo lontano dal parquet i soliti noti. Ci sarebbero poi anche le cose buone, come la tigna e il carattere di non mollare i pappafichi nonostante percentuali da minibasket da fuori.
Ed ancora, la crescita di Mitrou Long che a tratti sembra avere la squadra in mano come aveva a Brescia l’anno scorso, e l’utilità di giocatori come Alviti che ha fatto vedere una volta di più di poter dare una mano anche in Europa.
Certo, se in campionato giocasse con più regolarità magari avrebbe più ritmo e atleticamente non andrebbe in debito dopo 3 minuti intensi. Mi par di ricordare che qualcuno di mia e vostra conoscenza sono ormai anni che lo scrive…E visto che all’atto pratico i minutaggi in LBA non sono come vorremmo, glielo ricordate voi al buon Ettore Messina?
IL TABELLINO: ZALGIRIS KAUNAS – OLIMPIA MILANO 71 – 62
DIAMO I NUMERI
0 – gli assist di Pangos in ben 27′ di gioco. E’ una statistica raggelante per lo staff tecnico milanese: significa chiaramente che non sta facendo il playmaker ma trasborda la palla dal passaggio di uscita fino all’altra metà campo. Dico una cosa: se al posto di TLC, che pare proprio in arrivo come anticipato da PuntOlimpia
Milano avesse puntato su un esterno con altre caratteristiche (sarebbe andato bene anche Trey Kell ad esempio) si sarebbe potuto correggere uno dei difetti di questa squadra acuiti dall’assenza di Shields e lo stesso Kevin avrebbe potuto spostarsi, almeno saltuariamente nella posizione di guardia.
5 – i punti e la valutazione di Davide Alviti, la nota lieta di serata insieme alla prestazione di Mitrou Long. Dopo zero minuti in Europa e ben 29′ di gioco in 6 partite in Italia, tra l’altro non indimenticabili, è stato buttato dentro da Messina per disperazione e l’ex Trieste ha ripagato la fiducia dimostrando (ma dopo Madrid lo scorso anno, lo sapevamo già) che per fisico e caratteristiche in Eurolega ci sta alla grande. Farlo giocare con costanza in LBA pare brutto?
11 – i minuti che mi sarei aspettato di vedere giocare da Paul Biligha, che sono poi gli stessi che ha giocato Davies. Lo abbiamo visto tutti in nazionale, perché non è stato provato in questa partita? Hines specie nel primo tempo stava faticando enormemente a fare qualcosa di buono e tra l’altro anche atleticamente sembra piuttosto spento rispetto al solito. Perché non sfruttare la carica positiva e l’energia di cui dispone il buon Paul? Come cantava Enrico Ruggeri, mistero.
23 – i punti dell’Mvp della partita, Keenan Evans, il quale prima di arrivare a Kaunas si è fatto la gavetta europea giocando in Bosnia appena arrivato dagli Usa e poi scalando le gerarchie passando nei Maccabi, prima ad Haifa e poi a Tel Aviv. Giocatore dalle caratteristiche che servirebbero all’Olimpia come il pane, anche se non è sempre questo indemoniato ammirato stasera. Intanto viaggia a oltre 15 di media ed è andato in doppia cifra praticamente sempre, e scommetto avrà un ingaggio che sarà 1/8 di quello di Pangos. Come dice il saggio, quando hai pochi soldi è difficile prendere buoni giocatori, quando ne hai tanti è difficile prendere giocatori adatti.
8 – il numero delle partite giocate fin qui in Euroleague. Presto per fasciarsi la testa, sento già dire che non ci qualificheremo per i playoff. Calma e sangue freddo, ho memoria per ricordare stagioni partite in testa alla classifica e concluse in fondo. Messina dovrebbe essere una garanzia anche tra mille dubbi che abbiamo e che ho espresso in queste righe. Diamogli tempo, personalmente traccio la mia deadline a fine girone di andata, la 17esima; saremo ad inizio gennaio, alla Befana, chissà che troverà Ettore nella calza…Sarebbe gradito ad esempio il ritorno di Shields, ma per trovare delle belle sorprese bisogna fare i bravi bambini…
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
@garbo75