Nell’articolo di ieri dopo l’epica partita contro l’Argentina vi avevo avvertito: godiamoci la vittoria anche solo per poche ore, e se lo avete fatto non potete adesso essere troppo tristi.
Non si può perché non si può pretendere che queste ragazze finiscano di giocare una battaglia di 50 minuti alle 23.00 e alle 18.00 del giorno dopo siano in campo lucide, fresche e pimpanti come fossero reduci da 20 giorni di vacanza.
Vero che il discorso riguarda quasi tutte le squadre ma obiettivamente contro l’Albiceleste sono state spese troppe energie fisiche e mentali.
Ne è una prova la prima sirena che il tavolo ha suonato per la prima sostituzione dopo circa 4 minuti di gioco quando a tornare in panchina è stata Blasigh, la più utilizzata contro l’Argentina.
Il punteggio era già piuttosto compromesso dato che le tedesche son partite forti, subito un 14-3 di parziale da quale non si sono più voltate indietro.
Bisogna dire anche che questa deficitaria prestazione non si riassume solo con la stanchezza. La Germania non è una squadra più grossa o molto più dotata fisicamente e nemmeno atleticamente rispetto all’Italbasket.
Perlomeno il delta è minimo, ma la vera differenza sta in un concetto che spesso molti si dimenticano quando parlano di basket ed è fare canestro.
11/27 da tre punti contro 4/25, ad esempio (ma a fine terzo quarto la differenza era ancora più marcata con le tedesche che nell’ultimo periodo hanno mollato e le azzurre che invece hanno infilato un paio di triple in fila).
Ma non solo: come commentare il 38% da due o l’11/24 ai liberi dell’Italbasket?
Ed è una caratteristica questa che è piuttosto comune in tutte le selezioni giovanili, quasi che il fare canestro sia un accessorio per una giocatrice di basket, quasi che l’importante sia fare 200 passaggi consegnati a partita o 100 blocchi.
Purtroppo no, per vincere bisogna buttarla nel cesto, e da questa considerazione si possono fare diversi ragionamenti.
Io credo che nelle giovanili italiane si giochi troppo e ci si alleni poco individualmente, credo che nei vari campionati under il risultato non dovrebbe avere grande importanza ed invece per un motivo o per l’altro gli staff inseguono a tutti costi la vittoria tralasciando ciò che servirebbe alle ragazze.
E’ palese come la maggioranza delle ragazze italiane sappiano fare un numero limitato di cose su un campo da basket rispetto alle coetanee europee.
Questo per vari motivi, tipo il tarpare ben presto la fantasia e la creatività in nome di esecuzioni noiose che non servono a nessuno, se non a vincere qualche partita in più (che non serve a nessuno)
Coltivare il talento in ogni modo certo, ma anche le ragazze ci devono mettere del loro. Chi ha realmente voglia di migliorarsi in estate?
Possibile che, sparo nomi a caso, una Jakpa o una Streri non osservino che so, Mabrey e Keys tanto per rimanere in casa delle campionesse d’Italia cercando di rubare quanto più possibile movimenti ed esecuzioni?
E’ possibile che in tutta una stagione agonistica non riescano a lavorare sulle proprie lacune? Possibile che siano costrette a giocare 60 partite l’anno facendo sempre le stesse cose, gli stessi movimenti, gli stessi tiri obbligati da staff tecnici per lo più miopi ed interessati solo al referto rosa?
Così creiamo solo robottine che una volta varcata la maggiore età fanno una fatica bestia ad emergere in Serie A prima ed in campo Europeo poi.
Non è certo un caso se a livello giovanile qualche medaglia è sempre arrivata, ma poi da grandi……il nulla.
Questi quaranta minuti non sono stati imbarazzanti per le ragazze che ci han sempre dato dentro, ma son stati la fotografia di un sistema sportivo, quello italiano, allo sbando incontrollato che si regge solo sulle individualità, che per fortuna ci sono e di buon livello.
Mancano educazione motoria fin dalla tenera età, mancano strutture dove allenarsi, manca tempo e voglia a chi comanda davvero nello sport per cambiare le cose, impegnati solo a raccattare voti per la rielezione andando di tanto in tanto al circolo o alla associazione di turno a far foto con la star di turno
Per cambiare rotta servirebbero programmazione ed interazione con la scuola, servirebbero risorse per pagare istruttori, servirebbe che le società non dilapidassero soldi in procuratori ma creassero settori giovanili importanti.
Scusate lo sfogo, ma ho cercato di tramutare in righe tutti i pensieri che mi son venuti durante la visione della partita. Mi perdonerete, spero.
Domani si torna in campo per l’ultima partita contro l’Egitto che vale l’11 o il 12 posto. Forza ragazze, chiudiamo bene questa avventura.
IL TABELLINO : Italia – Germania 57 – 81
LE PAGELLE
Vittoria Blasigh 5: scarica già dal primo minuto, ha subito sia davanti che dietro. Partita che macchia, non indelebilmente, l’ottimo torneo fin qui disputato (da almeno secondo quintetto, per me )
Eleonora Villa 5: vedi sopra. A parte le triple sbagliate, ma son state proprio certe scelte e certe esecuzioni a farci capire che oggi di benzina non ne aveva proprio…..
Ramona Tomasoni 6: lei invece è come quella famosa pubblicità anni 90 delle pile Duracell. Si scaricano sempre dopo, solo che non ripete la prestazione balistica di ieri, limitandosi a lottare come suo solito
Beatrice Caloro 7: la migliore. Nel primo tempo spreca qualche pallone di troppo ma mette in ritmo le compagne cercando passaggi anche rischiosi. Poi nel terzo quarto si carica l’attacco sulle sue spalle producendo 7-8 minuti di ottima fattura sia davanti che dietro
Anita Carraro 5,5: passano le partite ma l’impressione rimane la stessa. Talento ne ha, ma è ancora troppo acerba in ogni frangente di gioco.
Arianna Arado sv: non ho ben capito perché soli 5 minuti. Vero che non ha entusiasmato in questo breve lasso di tempo sul parquet, però mi pare una scelta bizzarra a meno che non si sia fatta male
Adele Maria Cancelli 4,5: fa delle giocate veramente incomprensibili sbagliando canestri già fatti o sparando passaggi in tribuna. Spero che l’anno prossimo migliori in A2, perché le potenzialità le ha
Kenko Loredana Ngamene 4,5: 10 minuti in cui non ne combina una giusta. Sembra a volta abbia iniziato a giocare ieri l’altro…….anche per lei la ricetta è sempre la stessa. In palestra (e al campetto, da sola) a lavorare
Laura Di Stefano 6: una delle poche lunghe dal rendimento sufficiente. Paga un gap atletico che alle volte è importante e non sempre con la stazza e con il posizionamento riesce a salvarsi in corner
Sara Zanetti 7: la sua verve e la sua vitalità mettono in difficoltà la difesa tedesca che soffre le sue penetrazioni al ferro. In ottica futura però deve assolutamente mettere su un tiro da fuori credibile
Princess Jakpa sv: si fa notare a rimbalzo lottando con le tedesche ma a partita già andata.
Elena Streri 4,5: va bene la sfrontatezza e la voglia di fare dopo 5 partite passate in panchina ma 9 tiri in 10 minuti con 4 liberi conquistati (e sbagliati) mi pare un filo eccessivo per la 12esima a roster. Tira praticamente tutto quello che gli passa per le mani ma non segna mai, a parte l’ultimo…..
Cristiano Garbin
TW: @garbo75
IG: garbin_cristiano